Elly: uniti. Conte: mavalà. È un campo comico
Giovanni Sallusti · 15 Settembre 2025
Cari ascoltatori, in mezzo a tanti temi drammatici che abbiamo trattato nelle ultime settimane, questa sera vorrei aprire una parentesi di buon umore e quindi parlare del campo largo. Sostanzialmente equivale a parlare del nulla e abbiamo fonti “autorevoli”, ovvero i due azionisti principali di questo buco nero politico. Il primo è Elly Schlein che, con rara attitudine masochista, è andata alla festa del Fatto Quotidiano, si è presa una bordata di fischi e ha detto al governo che lo avrebbe battuto prima alle elezioni regionali e poi alle politiche: “Non ve lo faremo più, il favore di dividerci”, ha dichiarato.
Lasciamo stare il fatto che il centrosinistra ha perso sonoramente le politiche con abbondanza di aritmetica; è clamoroso che Elly abbia voluto ribadire il suo essere “testardamente unitaria”, in quanto “siamo uniti: c’è la coalizione, c’è l’alternativa”. Le grasse risate: a strettissimo giro è arrivata la risposta/pernacchia di Giuseppe Conte: “Noi non siamo un cespuglio sotto la quercia democratica, noi abbiamo un’altra storia, stiamo costruendo un progetto politico per mandare a casa Meloni”. E già così chiarisce quale sarebbe l’unico collante del cosiddetto campo largo: mandare a casa gli altri e non farli più governare, a prescindere dall’esistenza di una propria agenda di governo o meno.
“Non è sufficiente solo vincere o costruire un finto accordo per poi andare a Palazzo Chigi. Stiamo costruendo un progetto politico, ma non c’è alcuna alleanza strutturale”, ha chiosato l’avvocato di Volturara Appula. E noi aggiungiamo per fortuna: pensate se in questo momento ci fosse al governo il centrosinistra a trazione Schlein-Conte, una succursale della Flotilla pro-pal, con Elly che ha dichiarato che se fosse al governo gli Stati Uniti non sarebbero un alleato, in un momento in cui bisogna tenere l’Italia nella Nato, in cui è necessario non rompere i rapporti con gli Usa e Israele, pur mantenendo gli occhi e le coscienze aperti sul dramma di Gaza. Figuratevi di fronte alla razionale necessità di tenuta dei conti economici (e di completare la riforma fiscale progettata dal centrodestra) che cosa farebbe questa accoppiata di tassatori e distributori di redditi di cittadinanza.
Pur da sostenitori teorici dell’importanza dell’alternanza, in questo momento storico prendiamo quindi serenamente atto delle parole di Conte, che il campo largo non esiste e che non c’è alcuna alleanza strutturale, cioè perfino questa ipotesi di accozzaglia resta un’ipotesi. Per fortuna.
