“Non ti faccio parlare!”. Iacchetti rovescio di Kirk
Giovanni Sallusti · 17 Settembre 2025
Cari ascoltatori, sono tempi talmente pazzotici che un cabarettista al crepuscolo come Enzo Iacchetti si candida a incarnare lo spirito del tempo, della cultura corrente, che in queste settimane si sta affacciando in tutta la sua violenza, non più surrettizia, ma dichiarata, ideologica, che chiude gli occhi davanti alla violenza materiale. Ieri un professore israeliano è stato cacciato dal rettore del politecnico di Torino in quanto aveva servito nell’esercito del suo Paese; un altro docente, all’università di Pisa, è stato picchiato e cacciato da un collettivo di squadristi pro-pal in quanto “sionista”.
Dicevamo che Iacchetti, eterna spalla di Ezio Greggio, si candida a incarnare lo spirito del tempo per quell che abbiano visto ieri sera a “È sempre Carta Bianca”, condotto da Bianca Berlinguer su Rete 4, dove era ospite. Oggi si parla di “scontro”, ma sarebbe meglio dire che è stato un suo pestaggio intellettuale nei confronti dell’interlocutore, ovvero Eyal Mizrahi, presidente della Federazione “Amici di Israele”.
Su Gaza, Iacchetti, che ha una posizione, esplicita e legittima, sbilanciata a priori sulle ragioni dei palestinesi, ha iniziato a dire: “Se sapevo che c’era una persona senza ragionamento, non venivo”, poi ha sbraitato: “Sono secoli che mandate via i palestinesi”. Mizrahi ha cercato di rispondere che lo Stato di Israele esiste da nemmeno 80 anni, ma a quel punto Iacchetti ha subito iniziato a urlare: “Non ti faccio parlare”. E ha rimproverato Bianca Berlinguer, che stava zitta: “Hai fatto male a invitarlo, a me non sta bene parlarci insieme”: cioè ha negato la dignità di chi porta un altro punto di vista, nella fattispecie le ragioni di una democrazia in guerra che il 7 ottobre ha subìto un pogrom. Ma per Enzino sono dettagli: “In questa guerra non ci deve essere un contraddittorio”, frase rivelatrice del mondo culturale che sta dando le carte in questi giorni, per cui il confronto democratico su questo tema non è previsto, le ragioni di coloro che incarnano l’Occidente in quell’infernale spicchio di mondo non devono essere ospitate.
“Nessuno deve contrastare la verità”, ha aggiunto Iacchetti, e la “verità” è il fondamentalismo anti-israeliano. A quel punto il povero Mizrahi ha fatto una constatazione politicamente scorretta e non meditata, ma difficile da giudicare falsa: “Iacchetti, lei è un fascista”. Del resto affermare “non ci deve essere contraddittorio” e “nessuno deve contraddire la verità” di sicuro non vuol dire ispirarsi al liberalismo di John Locke, né alla tolleranza di Voltaire, né alla società aperta di Karl Popper.
E così Iacchetti perde completamente la brocca: “Cosa hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni. Lo so che sei qua sotto!”, il tutto nella sostanziale bonarietà della conduttrice che, a parti invertite, crediamo lo sarebbe stata di meno. Lo sguardo di Iacchetti sul dibattito è inquietante: chi sostiene le ragioni di Israele, peraltro criticando il governo Netanyahu, non può parlare di Medioriente, né contraddire la verità incarnata ieri sera da Iacchetti e da chi la pensa come lui.
Pensate al modus operandi di Enzino e contrapponetelo al modo di interpretare la politica di Charlie Kirk, che ha improntato la propria vita pubblica sul dialogo socratico, sul relazionarsi con il punto di vista altrui e sulla loro contraddizione, per trovare una sintesi: cioè l’essenza migliore di quella che è la civiltà occidentale. Qualunque uomo libero merita che la società in cui vive somigli molto più a Charlie Kirk e molto meno alla spalla di Greggio.