Ma per la sinistra italiana Trump se l’è cercata

· 15 Luglio 2024


Cari ascoltatori, in questo weekend è cambiato non solo il corso della campagna elettorale americana, ma anche della storia recente, occidentale e quindi mondiale. Donald Trump, vi piaccia o non vi piaccia, come abbiamo titolato sul nostro sito Radioliberta.net, è il corpo dell’America.

Ogni americano che non sia un intellò di Manhattan o un fricchettone di San Francisco si dev’essere riconosciuto nella foto iconica con lui che si fa largo tra gli uomini dei servizi segreti che lo cingono e alza il pugno davanti al suo elettorato, alla sua America, mentre sullo sfondo si vede una bandiera a stelle e strisce. Questa cosa ha innervosito molto i dem americani e le loro copie di risulta all’italiana, alcune delle quali hanno sbracato sui social con un bel campionario di uscite equivoche. Il primo in classifica-faziosi è Roberto Saviano: si lambicca con un ragionamento sul fatto che quando un proiettile manca il bersaglio lo rafforza, e quindi il colpo che ha sfiorato l’orecchio di Trump ora lo rende una vittima, poi aggiunge che chi ha sparato si dimentica che la violenza in democrazia non risolve nulla. Certo, c’è quella allusione al fatto che oggi Donald Trump è una vittima, un’uscita affannosamente arzigogolata quando bastava dire la verità, che il candidato repubblicano è stato oggetto di un barbaro tentativo di omicidio.

Ma peggio di Saviano fa il cacciatore di fascisti immaginari, Paolo Berizzi di Repubblica, che invece la mette giù piatta. Dice che Trump ha pagato la spirale di violenza che lui stesso ha alimentato, quindi ciò che è gli accaduto è colpa sua.Berizzi ha una rubrica quotidiana in prima pagina che si occupa di casi di fascismo 5.0, quindi di fantascienza. Però è una firma del giornalismo italiano, e dice che Trump paga colpe sue: siamo al giustificazionismo. C’è poi Alan Friedman, di professione antitrumpiano d’Italia, perché in America non so quanto lo terrebbero in conto: Friedman dice che oggi purtroppo la violenza nella politica americana è sdoganata, e che la cosa più ironica è che nessuno più di Donald Trump ha agito perché ciò accadesse.

In questa allucinata combriccola che teorizza la catena di cause per cui Trump sarebbe colpevole dell’attentato ai suoi danni, c’è anche chi non se ne fa proprio una ragione: per esempio Myrta Merlino, storica conduttrice di La Sette ora passata a Mediaset, invia un tweet/X in cui tuona: e ora Donald Trump è una vittima, male, male! Il problema come vedete, non è mai il fatto che qualcuno ha tentato di uccidere il candidato repubblicano, ma è che ora questo potrà dire di essere una vittima, di essere dalla parte della ragione, uno che ha rischiato la vita. Solo questo per Myrta Merlino è intollerabile.

Che orribile galleria, non ci capacitiamo del fatto che l’ideologismo, la faziosità, la tifoseria non incontrino un limite nemmeno di fronte a un tentativo di omicidio. Quando a novembre la mappa degli Stati Uniti sarà quasi tutta rossa e Donald Trump alla Casa Bianca, andremo a vedere che cosa twitteranno tutti quanti, le signore e i signori, credo ci verrà molto da ridere.


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