Scurati contro le Pen: è la prova che ha ragione lei

· 5 Luglio 2024


Cari ascoltatori, la prova definitiva che domenica bisogna tifare per Marine Le Pen ce l’ha fornita la Stampa che ha intervistato Antonio Scurati, il quale sostiene che… non bisogna tifare per Marine Le Pen. Scurati, uno degli eroi contemporanei contro il cosiddetto fascismo moderno, è così certo delle sue idee che anche il proverbiale orologio rotto segna l’ora giusta più spesso di lui. Ricordiamo tutti quando il suo famoso monologo venne pubblicato sui social dalla Presidente del Consiglio: un “perseguitato” con tanta visibilità istituzionale è un caso più unico che raro…

Il giornalista, che sembrava soffrire tanto quanto lui, ha chiesto come sia possibile che il 34% dei francesi sia diventato di estrema destra, praticamente “fascisti nostalgici di Vichy”, avendo votato per il Rassemblement national al primo turno. Scurati ha risposto sostenendo che se Marine dovesse prevalere il futuro sviluppo di un progetto politico necessario al benessere e al progresso dell’Europa si interromperebbe bruscamente. Scurati sembra prefigurare un’apocalisse: niente più benessere, povertà diffusa e supermercati vuoti: un po’ come si diceva della Brexit. Come abbiamo poi potuto vedere, nel Regno Unito i supermercati sono rimasti ben forniti.

Se vogliamo parlare di benessere europeo, il vero pericolo è piuttosto rappresentato dai programmi dell’estrema sinistra di Mélenchon, il principale avversario di Le Pen. Politiche che prevedono un enorme aumento della spesa pubblica, 150 miliardi da prelevare con nuove tasse in un Paese già altamente tassato, e in più una “eco-patrimoniale”, cioè una tassa climatica. Per non dire dei candidati che si sono rifiutati di definire il 7 ottobre un atto di terrorismo, qualcuno ha addirittura espressamente inneggiato a Hamas.

Quindi, mentre Scurati suona l’allarme sul presunto pericolo di Le Pen, forse dovremmo riflettere su ciò che è veramente in gioco. Le Pen ha criticato l’Unione Europea per il green deal, una politica folle e ideologica che per cinque anni ha paralizzato le aziende e bloccato lo sviluppo dell’economia reale.

Se volete vedere qual è il modello liberista cui noi pensiamo, andate a vedere il ritratto di Margaret Thatcher su questo sito. O il discorso che tenne al Collegio d’Europa di Bruges nel 1988. Marine non è il nostro modello ideale di leader, ma se uno come Scurati invita a tifare contro di lei, significa che siamo sulla buona strada. Perciò, senza ulteriori indugi, lo ribadiamo: allons-y Marine, allons-y Marine!


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background