“Parlando liberaMente” con Antonio Socci: Cari popolari, non tradite il popolo

· 16 Giugno 2024


Questa settimana a “Parlando liberaMente” abbiamo il giornalista e saggista Antonio Socci, autore del libro “Dio abita in Toscana- Viaggio nel cuore cristiano dell’identità occidentale” (Rizzoli), di cui abbiamo diffusamente parlato nella nostra chiacchierata. Una chiacchierata che è stata anche post elettorale: è interessante l’analisi della logica e delle assurdità nel posizionamento politico del Partito popolare europeo, il quale “è nato come filiazione europea delle democrazie cristiane che fino a pochi anni fa governavano tanti Paesi europei”. Ora invece, spiega Socci, è difficile ravvisare i connotati della democrazia cristiana nel Partito popolare europeo, dal punto di vista culturale. Eppure questi partiti nel i loro Paesi sono sempre stati avversari delle sinistre.

Alle elezioni in Germania è stata premiata la Cdu che è diventata il partito di maggioranza relativa con il 30%. Dall’altra parte è stato bocciato il governo costruito dall’alleanza fra socialisti e Verdi. Per cui è abbastanza surreale che la Cdu, il maggior raggruppamento politico della della famiglia del Partito popolare, finisca in un’alleanza continentale proprio con i rossoverdi.

Queste sono le storture figlie dello sgangherato sistema dell’istituzione europea, mentre nel dna dei Popolari ci sono altre forme di governo rispetto al dirigismo di impostazione e cultura tutt’altro che liberale che ha connotato l’ultima Commissione europea. Inoltre il Partito popolare, aggiunge Socci, dovrebbe essere sensibile al grido di protesta dei popoli europei riguardo alla questione dell’immigrazione, rappresentare un punto di riferimento alternativo ai partiti di sinistra (che fra l’altro hanno perso vistosamente): per rendersene conto basta visitare certi quartieri delle metropoli tedesche o del Sud della Francia o della stessa Parigi, in cui effettivamente sembra che lo Stato non governi più.

Il messaggio che i popoli europei hanno mandato è nitido e sarebbe il caso di non continuare come prima, come invece pare che il Partito popolare europeo sia intenzionato a fare. Ma i tempi sono cambiati rispetto a quando aveva un senso che Bruxelles fosse come un condominio, in cui se la vedevano dal punto di vista geopolitico Francia e Germania e dal punto di vista politico il Partito Popolare e Partito Socialista europei. Quella situazione era figlia dell’epoca Merkel, quando in Germania per motivi di equilibri elettorali c’era il governissimo con Cdu e socialisti. Oggi i musicisti stanno cambiando e sarebbe bene che cambiasse anche la musica.


Opinione dei lettori
  1. Rosita   Di   16 Giugno 2024 alle 13:15

    Del tutto d’accordo.Ma,a mio modesto parere,anche a causa delle guerre in corso,a noi vicine,certi burocrati,soprattutto fra i popolari internazionali ma non soltanto,continueranno a voler prevalere e questa non è una buona cosa.

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