#Hannounchi? E a sinistra è subito #fuggifuggi

· 29 Dicembre 2025


Cari ascoltatori, c’è gran fermento e tormentone a sinistra sull’arresto di Mohammad Hannoun, il controverso capofila dei palestinesi italiani arrestato in questi giorni con l’accusa di aver raccolto finanziamenti destinati ai tagliagole di Hamas e addirittura di rappresentarne il vertice in Italia. Il problema di lorsignori è che c’è una nutrita galleria di bel mondo della gauche caviar (molto caviar e assai poco gauche), che si è fatta immortalare con il signor Hannoun, o ha partecipato a eventi con lui, o ha dato sponda alla narrazione sua e di quelli come lui.

Tutti i presenti in questa galleria in queste ore fanno a gara a distanziarsi, a smarcarsi: l’ho incontrato una volta perché avevo sbagliato strada, me l’ha presentato mio cugino, non ho la più pallida idea di chi sia e in effetti mi sembrava un po’ strano, insomma una varietà di tentativi di minimizzare i loro presunti rapporti con questo galantuomo che spesso – per esempio quando ci sono le immagini – sembrano non tanto presunti.

La più infuriata è Laura Boldrini, che ha scritto una nota social chilometrica (quindi anche poco tattica), e chi ha avuto la pazienza di leggerla tutta intuirà che potrebbe essere stato toccato un nervo un po’ scoperto: “Ora basta, finora non ho voluto commentare gli arresti di alcune persone sospettate di aver finanziato Hamas, ma dato che su alcuni mezzi di informazione e post di parlamentari di destra si continua ad accostare il mio nome al più noto degli arrestati in modo subdolo, allusivo e falso, è il momento di fare chiarezza. Ho incontrato il signor Mohammad Hannoun una sola volta e per pochi minuti”, in pratica per sbaglio, probabilmente lei stava uscendo e lui stava entrando, ma lui le ha chiesto di fare una foto, al che lei ha detto di sì perché è una persona molto cortese. A dire il vero ci sarebbe il trascurabile il dettaglio che Laura Boldrini era anche presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, cui il signor Hannoun tiene evidentemente molto, come emerge dai documenti dell’inchiesta, “Hamas si sacrifica col sangue e noi ci sacrifichiamo con i finanziamenti”.

Una volta e per sbaglio è anche il refrain di Nicola Fratoianni, che si è svegliato un po’ più tardi, ma ha subito cercato di recuperare: “Non ho mai sostenuto Hannoun, non è amico mio, l’ho incrociato una sola volta diverso tempo fa a una conferenza stampa in cui c’erano moltissime persone”. Sicuramente non si è neanche accorto di chi era. “Quel che è certo è che non ho avuto alcun rapporto con lui”, ha detto ancora Fratoianni, che ha ribadito la sua condanna, crediamo assolutamente sincera (e d’altronde ci mancherebbe!), del terrorismo e del 7 ottobre.

Forse geloso di Fratoianni, si è inserito l’altro componente del duo comico di Avs, Angelo Bonelli, che ha ricordato di essere intervenuto in Parlamento per condannare il 7 ottobre, come se fosse un atto di coraggio non dovuto. Quando gli si fa notare che diversi esponenti della sinistra hanno incontrato Hannoun, ha risposto: “Devo dire che se seguissimo questi ragionamenti non dovremmo più incontrare nessuno”, cioè quando incontri tante persone, ci sta che prima o poi un capo di Hamas lo becchi.

È ancora più indignato il professor Tomaso Montanari (ricordate, quello ‘cui manca sempre fatalmente una emme’, notava perfidamente Giuliano Ferrara), che in un lunghissimo post ha stigmatizzato coloro che non vedono i crimini orribili dello Stato d’Israele, il genocidio, e si fossilizzano sul fatto che in Italia operasse una cellula di Hamas, e poi dice “anch’io sono stato presentato a Mohammad Hannoun, in un evento pubblico con migliaia di persone presenti”.

Il problema non sono gli eventuali rapporti personali con Mohammad Hannoun, che a livello quantomeno superficiale sono spesso documentati, ci importa poco e crediamo alla buona fede, non esisteva un legame personale vero tra lui e questi esponenti della sinistra. Il problema è la sponda che la sinistra antagonista, woke, filopalestinese e antisionista per usare un eufemismo, ha dato alla medesima narrazione portata avanti da signori come Hannoun.

Questa è cronaca politica degli ultimi mesi: la narrazione del genocidio e addirittura l’equivalenza spesso subdolamente insinuata fra lo Stato degli ebrei e il nazismo; il palestinese visto sempre e comunque come dannato della terra e come oggetto di una barbara occupazione coloniale da parte di chi rappresenta l’Occidente in quella fetta di mondo, cioè Israele, occupazione che a volte si è sentito giustificherebbe una resistenza.

Ognuno l’ha suonata a suo modo, ognuno ha più o meno salvato le apparenze, ma nella sostanza questi signori hanno dato sponda involontaria, perché ci credevano, a tutte queste cose. Per cui, lo diciamo con un’espressione tecnica della tradizione leninista e quindi al di sopra di ogni polemica, sono stati fattualmente utili idioti del signor Hannoun. A noi la commedia #Hannounchi? non interessa, a noi interessano le posizioni che questi signori hanno fino a oggi sostenuto.


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