Ma voi vi immaginate la manovra di questi qui?!

· 30 Dicembre 2025


Cari ascoltatori, la legge di bilancio ha ottenuto il via libera da parte del Parlamento: alla Camera è passata con 216 sì. Era lo scoglio più importante, quello che connota ogni anno di legislatura e quindi l’azione di governo: come tutte le cose umane, tanto più quelle politiche, è perfettibile? Assolutamente sì. Ma è una manovra che deve tener conto con realismo di un contesto internazionale atipico, di un conflitto nel cuore dell’Europa con l’esplosione dei costi dell’energia e dei prezzi delle materie prime, per non dire delle guerre commerciali che riguardano l’Occidente con il resto del mondo e anche l’Occidente al suo interno.

Detto tutto questo, questa finanziaria contiene alcuni provvedimenti che parlano alle ragioni di quell’Italia che ha dato al centrodestra l’incarico di governare, cioè le ragioni della maggioranza silenziosa, laboriosa e non ideologizzata, che non si perde a bloccare il Paese in nome della flotilla, ma che pensa a lavorare, fatturare e a mantenere la propria famiglia possibilmente in condizioni più agevoli dell’anno precedente. Sotto questo profilo i provvedimenti più salienti sono sicuramente il taglio dell’Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 50 mila euro: secondo Elly Schlein è un favore ai ricchi, ma forse non sa contare, visto che il segmento più alto si traduce in 2mila euro al mese. Elly scambierebbe i suoi introiti con 2 mila euro al mese? Forse no? Allora per favore, useremo un francesismo, non diciamo puttanate.

Nella manovra è previsto anche uno sgravio di burocrazia sulle imprese con il super-ammortamento; e, misura molto importante e fortemente voluta dalla Lega, la rottamazione quinquies, cioè una completa, civile, necessaria pace fiscale sulle cartelle, che per il 90% sono micro-cartelle, di piccoli imprenditori, piccoli esercenti, piccoli artigiani che hanno dichiarato – quindi non evasori – ma che non sono stati in condizione di pagare, anche a causa dei postumi economici della pandemia: quelle cartelle saranno spalmate su 9 anni per 54 rate bimestrali senza incremento, senza more e senza interessi, un provvedimento di banale civiltà tra il fisco e il contribuente non infedele. C’è poi la flat tax al 5% fino a 33 mila euro sugli aumenti contrattuali, sottovalutata dal dibattito ma molto importante per chi bazzica l’economia reale, e la flat tax al 15% sul salario accessorio ai dipendenti.

È questo l’ideale, per degli scatenati liberisti come noi che vorrebbero la flat tax estesa, la rivoluzione fiscale, l’abbattimento della burocrazia? No, però è un’ottima manovra nelle condizioni date, e la prova la avrete facendo un semplice esperimento mentale. Pensate infatti a che cosa sarebbe stata una manovra Schlein-Conte-Fratoianni-Bonelli: super bonus stellari, in modo che proprietari di seconde, terze case e castelli possano rifarsi la dimora a nostre spese; reddito di cittadinanza a pioggia con ulteriore voragine nei costi dello Stato; abolizione della povertà ottenuta per decreto; altre tasse patrimoniali, oltre alla dozzina già esistente, con conseguente fuga di qualunque italiano sia in grado di creare ricchezze – e quindi lavoro anche per gli altri – e altrettanto automatica fuga di qualunque investitore estero che fosse interessato al nostro Paese. Insomma, un mix di socialismo irreale, pauperismo estremo e creatività contabile.

Ecco perché secondo noi questa manovra è sì perfettibile, ma va calata nel momento storico: deve tener conto di un rigore in questo momento necessario, ma ha delle misure positive. E ma soprattutto voi provate a immaginare come sarebbe stata la finanziaria del camposanto, più che campolargo, viste le condizioni in cui versa quell’alleanza. E questa vi sembrerà improvvisamente una manovrona.


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