Immigrazione sfrenata = più reati. Aveva ragione Salvini
Giovanni Sallusti · 10 Dicembre 2025
Cari ascoltatori, tre frammenti di cronaca e una morale, anzi un dato aritmetico. È stato convalidato (per fortuna) l’arresto del 26enne di origine gambiana che nei giorni scorsi ha aggredito e violentato una donna di 50 anni nel Cesenate: la signora stava facendo jogging lungo un percorso naturalistico, è stata aggredita, trascinata in una siepe e violentata. Una seconda notizia, di oggi, ha a che fare con un altro brutale stupro avvenuto a Roma, vicino alla fermata Ionio della metro B: nella notte tra sabato 6 e domenica 7 dicembre una 23enne calabrese è stata bloccata da due uomini in strada e violentata da un terzo. In base alla descrizione della giovane, gli aggressori sarebbero nordafricani. Una terza notizia, questa surreale, è riportata da il Tempo: un egiziano che ha commesso un numero impressionante di reati in Italia, e che è il destinatario di 7 provvedimenti di espulsione non messi in opera per farraginosità legislative accumulate negli anni, ora è perlomeno andato in carcere.
Che cosa vogliamo dire? Esiste forse un determinismo etnico dei reati, particolarmente quelli a sfondo sessuale? Assolutamente no, le cronache sono piene di belve e di stupratori italiani. Esiste però un fenomeno di insicurezza diffusa, che ha a che fare con l’immigrazione incontrollata da lustri, e qui ha un peso l’aritmetica, non l’ideologia di qualsiasi parte. L’aritmetica dice che la popolazione straniera residente in Italia è poco superiore al 9%, e che i reati a sfondo sessuale commessi dalla popolazione straniera sono il 44%: quindi, è evidente che c’è un nesso tra immigrazione lasciata allo sbando e la sua traduzione, spesso, in delinquenza, che poi genera l’insicurezza dei cittadini. Questa è cronaca, non politica.
Per questo, il primo passo da fare è prenderne coscienza, e il secondo è immaginare modi di gestirla, e di non subirla. Il governo italiano su questo tema ha segnato dei punti, l’ormai ufficializzato modello Albania è già prassi di molti governi europei, alcuni dei quali di centrosinistra, ed è una buona notizia, anche se parziale. Questo è uno dei fronti su cui l’azione di governo in questa seconda metà della legislatura dovrà accelerare, magari ricordandosi la politica dei porti chiusi adottata da quel ministro dell’Interno in quel governo gialloverde, Matteo Salvini: perché sì, c’è un esso tra immigrazione incontrollata e reati, spesso a sfondo sessuale, lo dicono la cronaca e l’aritmetica, fatevene una ragione.
