Squadristi rossi contro Fiano: è di nuovo 1938

· 28 Ottobre 2025


Cari ascoltatori, facciamo una domanda retorica: adesso che la follia ha colpito anche una figura di sinistra, prestigiosa per quanto eterodossa, come Emanuele Fiano, i leader delle sinistre, del campo largo e i punti di riferimento del mainstream progressista si renderanno conto di che cosa hanno fatto, allevando e coccolando i pro-pal? La domanda è retorica perché la risposta è: ovviamente no. È successo infatti che all’ex parlamentare del Pd Emanuele Fiano, figlio di Nedo Fiano, unico di un’intera famiglia sopravvissuto ad Auschwitz, è stato impedito di parlare a un convegno all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dal solito gruppuscolo becero di squadristi rossi.

Il convegno non era sbilanciato da una qualsiasi parte, era dedicato alla pace dei due popoli e per i due Stati, e Fiano è noto per essere sempre stato critico con Benjamin Netanyahu. L’ex deputato Pd ha raccontato a Repubblica cose molto istruttive, anzitutto per il suo mondo di appartenenza, per quella pseudo-classe dirigente che comanda a sinistra. Ha spiegato infatti che già prima del convegno, sui canali social del “Fronte della gioventù comunista”, che già nel nome risuona di opposti estremismi, sono stati pubblicati i primi messaggi “per opporsi a chi come Emanuele Fiano avanza con la scusa del pacifismo affermazioni cerchiobottiste”. Le affermazioni cerchiobottiste, secondo questa gentaglia, sarebbero quelle per cui anche lo Stato degli ebrei avrebbe diritto a esistere.

Fiano ha poi raccontato che stava parlando più o meno da mezz’ora, quando una cinquantina di questi gentiluomini, che avevano iniziato a protestare già fuori dall’università con lo striscione “Fuori i sionisti dall’università” (cioè 1938 puro, la caccia all’ebreo nei luoghi del sapere, qui con falce e martello in bella vista) sono entrati in aula, “alcuni si sono messi intorno alla cattedra, altri hanno iniziato a urlare dal fondo dell’aula, il leader del gruppo ha cominciato a leggere al microfono un discorso”, immaginiamo una serie di insulti al “sionista”.

Ha continuato Fiano: “Hanno ignorato che ho sempre condannato Netanyahu, ho spiegato anche questo; ma non c’è stato nessun verso”, a loro non importa niente, perché il punto che interessa costoro è un altro. “Continuavano a dire non ce ne frega nulla, non basta contrastare un governo, ma bisogna contrastare lo Stato”: cioè, tu non puoi parlare se non sostieni la cancellazione dello Stato degli ebrei, posizioni naziste, degne dell’ayatollah Khamenei. A quel punto, ha concluso Fiano, “ho detto loro che sono dei fascisti, lo sono tecnicamente perché impedire a una persona di parlare è fascismo”, è un atto di dittatura intellettuale, è fascismo ed è anche comunismo, islamismo, è qualcosa di tipico di ogni ideologia totalitaria.

“Il pensiero è andato subito ai miei genitori. L’ultima volta che hanno espulso un Fiano da un luogo di studio è stato nel 1938, con mio padre”, ha aggiunto. Ma a questi gentiluomini interessava solo impedirgli di esercitare il suo diritto costituzionale alla libertà di parola, non importava che stesse parlando di pace e dei due Stati.

Ovviamente, diamo la nostra integrale solidarietà a Emanuele Fiano. Ma non possiamo non rilevare che sono stati i leader del suo campo d’appartenenza, Elly Schlein, Giuseppe Conte, tutta questa classe dirigente o digerente, a inseguire in questi mesi le piazze pro-pal, a farsi dettare l’agenda, a ripetere acriticamente il mantra del genocidio, degli ebrei come criminali, a schiacciarsi sulle posizioni di questa gente, la stessa che ha sfrattato Fiano dall’università.

E adesso che a una figura di spicco del mondo di sinistra, a un ex parlamentare del Pd, è stato negato il diritto di parola, Elly &c. faranno forse un po’ di autocritica? Si interrogheranno sul fatto che forse non è stato un capolavoro coccolare tutto questo tempo gli squadristi pro-pal? No, non lo faranno nemmeno questa volta.


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