Libertà di stampa sinistra: Ranucci sì, gli altri un cazzo
Giovanni Sallusti · 24 Ottobre 2025
Cari ascoltatori, noi possiamo tollerare tanto e perfino divertirci con le commedie messe quotidianamente in scena in quel vaudeville che è diventata la sinistra italiana, ma la sceneggiata indecorosa sulla libertà di stampa a rischio nell’Italia governata dai fascisti supera qualunque paletto di verosimiglianza, e ci spinge a una reazione, alla difesa della realtà.
Avete visto che dopo l’attentato al giornalista di Report Sigfrido Ranucci, cui ribadiamo la nostra solidarietà, è stata imbastita una gran baracconata per montare il seguente nesso: con la destra al governo è a rischio la libertà di stampa. Sembra un delirio di avvinazzati del bar all’angolo, e invece l’ha detto la capa dell’opposizione italiana Elly Schlein in un contesto internazionale; poi la giostra ha continuato a girare, ancora ieri sera tutti i talk televisivi parlavano della libertà di informazione a rischio in Italia con annessa critica al governo, e così oggi le prime pagine dei giornaloni. È la rinuncia al principio di non contraddizione!
Oggi lo stesso Ranucci esagera, perché dice che il garante lo sta punendo per conto del governo: capiamo che cerchi di ottimizzare la circostanza, ma non c’è niente che conforti la sua dichiarazione. Comunque, visto che la baracconata non accenna a placarsi, ricordiamo un paio di cose, perché anche la realtà ha i suoi diritti.
Un episodio riguarda Alessandro Sallusti, che venne arrestato dai Carabinieri mentre teneva la riunione di redazione del Giornale, per aver pubblicato un articolo scritto da altri: una cosa che ci si aspetta in Russia, in Iran, in Cina, ma di certo non in Italia. In quel momento c’era un governo dei buoni, e fu il primo caso dopo Giovanni Guareschi. Non ricordiamo che alcuna anima bella abbia detto una parola.
Altro esempio: qualche tempo fa all’attuale direttore editoriale di Libero Daniele Capezzone è stato impedito di parlare all’università La Sapienza di Roma in quanto “fascista”. A parte che dare del fascista a Daniele Capezzone, un intellettuale che viene dal partito radicale, fa riderissimo, la verità è che è stato imbavagliato in un’università italiana perché ha una visione disallieneata con il pensiero unico. E anche in questo caso lorsignori tutti zitti. Altro episodio, Tommaso Cerno, direttore del Tempo, recentemente è stato censurato a un evento di Bruxelles dove era previsto che sarebbe intervenuto. Era stato invitato anche Ranucci, che ha regolarmente parlato; Cerno, che avrebbe potuto dire cose sgradite, invece no. Ed è accaduto in Europa, il continente per eccellenza della libertà di parola. Altro caso: quando sia i medesimi giornalisti, sia l’editore Angelucci hanno ricevuto lettere con minacce di morte dai collettivi anarchici, nessun’anima bella ha proferito una sillaba sulla libertà di stampa a rischio in Italia.
Insomma, per imbastire un circo propagandistico ci vuole un minimo di credibilità. Oggi in Italia non c’è alcun rischio per la libertà di stampa, prendete o giornali e giornaloni di oggi, che legittimamente si danno alla critica, a volte preconcetta, del governo: va benissimo, ma allora dove sarebbe questo rischio? Non solo non c’è, ma soprattutto, care anime belle, non potete dirlo voi: avete assistito all’arresto di direttori di giornali, alla censura, alle minacce di morte contro giornalisti ed editori, e non avete detto un cazzo, mai. E adesso strumentalizzate biecamente un fatto orrendo come l’attentato a Ranucci e ce la menate con i fascisti immaginari? Ma dai, avete perso qualunque credibilità, ed è così che perderete ancora le elezioni.
