Trump fa la storia, la sinistra non ce la fa proprio
Giovanni Sallusti · 10 Ottobre 2025
Cari ascoltatori, sono ore stranianti, siamo come in mezzo a due binari paralleli: uno è il piano della storia che si sta facendo, l’altro è il piano della commedia dell’arte, quella del dibattito nella bolla di guru-comici-intellò che affollano il circo mediatico.
Il piano della storia scorre di minuto in minuto, è quello innescato dall’accordo di pace in Medio Oriente firmato da Israele e Hamas, capolavoro diplomatico che si deve anzitutto all’iniziativa e al metodo di Donald Trump. Tutto sta accelerando: c’è stato il voto al Parlamento israeliano dove Netanyahu può fare a meno dei suoi alleati di estrema destra, che in questo momento sono troppo miopi e rischiano di frenare il processo della pax trumpiana. Trump molto probabilmente terrà un discorso alla Knesset, e sarà un momento solenne: sta ridisegnando il Medio Oriente in un’ottica di pace e prosperità, ravvivando e sistematizzando gli accordi di Abramo, che sono la premessa anche simbolica per la pace. L’Iran degli ayatollah, la centrale del terrore antisemita e dell’esportazione della jihad apocalittica, è sempre più nell’angolo, il regime potrebbe franare da un momento all’altro, e che accadesse sarebbe tutto interesse degli iraniani e delle iraniane.
Tutto questo sta avvenendo: quindi, al di là di come la si pensa, sarebbe opportuno sintonizzarsi con la realtà, con la storia. Invece alle nostre latitudini avvengono delle cose surreali che dimostrano il livello cui è lo sfasamento mentale di lorsignori. Per esempio, si stenta a crederlo, ci sono agenzie che ci hanno fatto sapere, a proposito della pace in Medioriente della svolta geopolitica in corso, qual è il parere di… Enzino Iacchetti: che tutti attendevano con trepidazione e qualche preoccupazione, perché Iacchetti ha detto che non condivide il processo di pace. In tv s’è poi visto Alessandro Orsini, presentato sempre come esperto senza mai chiarire di che cosa: Orsini è quello che dopo tre giorni dall’invasione di Putin in Ucraina aveva detto che la Russia aveva già vinto. Stavolta Orsini ha affermato – l’ha fatto davvero – che le piazze italiane hanno svolto un ruolo fondamentale per spingere Trump ad agire.
Vedete, siamo oltre il dadaismo, siamo a vette di comicità, e peggio, vengono riprese come fossero cose serie sulle prime pagine di giornali che pure avrebbero una tradizione importante. Per esempio L’Unità diretta da Piero Sansonetti (un intellettuale che pure su alcuni temi è coraggioso e lucido) oggi titola: “Pace a Gaza, Trump e il popolo sceso in piazza hanno fatto il miracolo”, cioè Landini avrebbe fatto il miracolo, lui e gli scalmanati che hanno bloccato l’Italia, infestando e ostacolando le nostre giornate.
Poi abbiamo Alessandro Zan, quello della legge Zan che voleva negare la libertà d’opinione in un Paese occidentale: in tv ha detto che “è colpa dei sovranisti, se ci fosse stata una politica estera comune in Europa la tregua sarebbe arrivata prima”. Chissà se sa che cosa dice: il riferimento mondiale del sovranismo contemporaneo è Donald Trump, che è l’architetto di questa pace. Ma allora davvero vale tutto, il capovolgimento sistematico, qualsiasi corbelleria; d’altronde è un’epoca in cui Francesca Albanese è stata issata a nuova madrina del mondo progressista.
Continuino pure con la commedia dell’arte, le cose vere accadono ugualmente, e sono sotto i nostri occhi, sta a noi restare sintonizzati sul piano della storia.
