Sgomberato il Leoncavallo: viva la tolleranza zero!

· 21 Agosto 2025


Cari ascoltatori, ci sono due parole che messe l’una in fila all’altra profumano di libertà: queste due parole sono “tolleranza zero”. Può apparire controintuitivo, di sicuro alle anime belle, ma è un sintagma che sta alla base di ogni libertà civile, concreta e anche politica. La tolleranza zero è stata dapprima una teoria sociologica, poi una pratica di governo implementata da Rudolph Giuliani quando era sindaco di New York, che ha tramutato la metropoli da paradiso del crimine a paradiso per i cittadini. Poi i sindaci democratici che seguirono hanno in gran parte sbaraccato questo lavoro. Il concetto di “tolleranza zero” prevede che ogni ogni sfregio alla legge e alle regole comuni, di qualsiasi entità, sia stoppato sul nascere, perché in questo modo si diffonde una legalità capillare nei gangli della città, garantendo meglio le libertà dei cittadini.

Allora, non è un caso che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi abbia usato questo sintagma in occasione dell’ottima notizia di oggi: è stato eseguito l’ordine di sfratto emesso nei confronti del centro sociale Leoncavallo a Milano, i cui uffici abusivi nell’immobile di via Watteau sono stati sgomberati come doveva accadere da tempo. L’occupazione illegale di quei locali durava dal 1994, anche se la storia di abusivato del Leoncavallo risale a ben prima. Come ha detto anche il ministro Matteo Salvini, sono stati decenni di illegalità tollerata soprattutto da una certa cultura di sinistra, da certe amministrazioni milanesi i cui sindaci erano vicini a quel mondo, e anche l’espressione di partiti di estrema sinistra ideologicamente contigui, che proprio da lì pescavano anche candidati, Rifondazione comunista su tutti.

Oggi è stato ricucito questo strappo quotidiano nella convivenza civile dei milanesi, come ha dichiarato anche la premier Giorgia Meloni: “In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità”. Anzi, con buona pace dei furboni del web in servizio permanente effettivo, crediamo che per lo stesso motivo anche l’occupazione abusiva di Casa Pound andrebbe fermata subito. Lo sfratto è stato eseguito su richiesta della proprietà dell’immobile, ma il legale del Leoncavallo, Mirko Mazzali, ha detto che “c’era una data, il 9 settembre, che doveva essere rispettata, cerchiamo di capire perché è successo e se è legittimo”. Cioè, sul ripristino della legalità bisognerebbe mettersi d’accordo con coloro che la calpestano da oltre trent’anni: questo è il mondo al contrario, e non per citare Roberto Vannacci: questa è la bolla di lorsignori.

Il fatto è che la bolla di lorignori non è la realtà, è ideologia, e gli sfregi alla legalità non possono avere cittadinanza in una Milano civile, in uno Stato di diritto occidentale. L’espressione usata da Salvini è la migliore perché rimanda al presidente argentino Milei: “La legge è uguale per tutti, afuera”, riferita agli occupanti del Leoncavallo. Ecco, ogni volta che la tolleranza a zero, nel senso incarnato da Giuliani, diventa la base dell’azione di governo, noi siamo felici, perché vuol dire che la libertà di tutti è tutelata meglio. Cari compagni del Leoncavallo, afuera!


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