L’ultima tajanata: votare lo ius scholae con il pd
Giovanni Sallusti · 3 Luglio 2025
Cari ascoltatori, speriamo che la notizia sia stata sopravvalutata perché è uscita su Repubblica: stamattina l’ideona politica del gruppo dirigente di Forza Italia è ritirare fuori lo ius scholae e dichiarare di essere pronti a votarlo con il Pd. L’ha dichiarato il portavoce azzurro Raffaele Nevi, uomo di massima fiducia di Antonio Tajani: “Se il Pd decide di chiedere la calendarizzazione dello ius scholae, noi siamo pronti ad approvarlo con loro, d’altra parte è un nostro progetto”.
Ci sfugge quale sia la ratio politica di fornire questo assist al Pd, in un momento in cui la consistenza dell’opposizione è prossima allo zero e la sua leadership è impegnata a seguire i pride in giro per il mondo: tant’è che ormai l’interlocutore che incalza il governo è il Massimario della Cassazione. E in un momento in cui i dati economici, in una contingenza internazionale difficilissima, sono confortanti, l’ultimo è dell’Istat sull’occupazione: più di 24 milioni di occupati, 62,9% il tasso di occupazione, spread sotto gli 80 punti (l’ultima volta è stato con Berlusconi nel 2010).
E Forza Italia che cosa fa? Prova a resuscitare il Pd, offrendogli l’occasione per incunearsi in una fantomatica frattura nel governo, che non esiste. Questa volontà di Forza Italia di approvare una cosa che stava nel programma del Pd, non del centrodestra, è inspiegabile. Va detto infatti che quando Tajani, per giustificare la sua scelta, cita il punto 6 del programma del centrodestra del 2022, ne fa un utilizzo furbetto. Il punto 6 dice: “Favorire l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati regolari, garantire flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, favorendo il cambio generazionale”. Questo è un obiettivo che si persegue, per esempio, con un decreto flussi, pragmatico e non ideologico, che incanala l’immigrazione regolare legandola a un posto di lavoro, non con lo ius scholae che non c’entra nulla ed era nel programma del Pd.
Peraltro, contro lo ius scholae si espresse proprio il fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi, che in una famosa uscita nel salotto tv di Fabio Fazio disse che “non basta il fatto di aver frequentato una scuola italiana per avere diritto automatico alla cittadinanza, molti anche di seconda generazione odiano i cristiani, gli ebrei, lo Stato italiano, la nostra cultura”. Cioè, la questione è più profonda e a che fare con la disponibilità all’integrazione nel nostro sistema di valori, non con un ciclo scolastico.
Il bello è che anche lo stesso Tajani (ma era lo stesso?) nel luglio 2022, governo Draghi, disse che “il Pd sostiene proposte ideologiche divisive come lo ius scholae, che non è nell’agenda di questo governo di unità nazionale: irresponsabili sulla pelle degli italiani”. Ma se non era nell’agenda di un governo tra diversi, perché mai dovrebbe esserlo in un governo chiaramente di centrodestra che nel suo programma non lo contempla? Per di più dopo un referendum dove il quesito più bocciato è stato quello sulla cittadinanza facile.
Allora, qual è la ratio politica di questo continuo differenziarsi di Forza Italia? Non vorremmo fosse proprio l’ossessione di differenziarsi: un conto è fare battaglie di identità, un altro è staccarsi dal resto del centrodestra facendo proprie battaglie di sinistra, diventandone di fatto una costola. Speriamo non sia questo, il progetto impolitico di Forza Italia.
Luciana Savona Di 3 Luglio 2025 alle 13:46
UN VERO TRADIMENTO e non ci sono giustificazioni che tengano, esimio cefalopodo (che non è una parolaccia ma è un essere che cambia colore all’occorrenza). E Silvio continua a rigirarsi nel suo sacello, deluso dalla ingratitudine a palate che riceve spesso.