Scossa thatcheriana della Lega: gli Stati sopra la Ue

· 23 Ottobre 2024


Cari ascoltatori, almeno un esito positivo lo ha fruttato, questa storiaccia dello sconfinamento del sistema giudiziario nell’area di competenza del decisore politico in termini di immigrazione, il cui appiglio sono le fantomatiche direttive europee, il diritto comunitario che deve prevalere sempre e comunque in Italia (mentre altrove si regolano diversamente, per esempio in Germania e in Svezia). Stiamo parlando di una iniziativa parlamentare della Lega, che ha presentato alcuni emendamenti molto importanti al Ddl sulla separazione delle carriere che si inserisce nel dispositivo della riforma della giustizia: prevedono infatti che le norme italiane prevalgano rispetto a quelle europee, che soprattutto su temi strategici prevalga l’impianto giuridico, costituzionale italiano.

È un’iniziativa tutt’altro che tacciabile di bieco sovranismo, anzitutto perché ha dei precedenti nella cronaca: la Corte costituzionale polacca ha stabilito anch’essa che su vari temi, inclusa l’immigrazione, le norme di Bruxelles non possano avere supremazia su quelle nazionali; altro caso, la Corte costituzionale tedesca tenne a lungo in sospeso la Banca centrale europea, prima di dare via libera agli acquisti di titoli di debito dei singoli Stati, ritenendo di dover valutare se fosse un’azione compatibile con le leggi della Germania, quindi affermando esse venivano prima della direttiva europea. Nessuno di questi eventi è mai stato interpretato come atto eversivo contro l’Unione europea.

L’iniziativa della Lega non è confinabile nel presunto ghetto dei “beceri sovranisti” anche per un motivo di filosofia politica, perché è un’azione di puro liberismo thatcheriano: vi ricordate quando Margaret Thatcher gridò i suoi tre no in faccia all’allora presidente della Commissione Jacques Delors, che portava avanti il progetto ingegneristico di centralizzazione estrema del potere a Bruxelles (con cui oggi tristemente dobbiamo fare i conti)? Ebbene, è quello lo spirito, è uno spirito che la Lady di ferro anticipò il 20 settembre 1988 in uno straordinario discorso al Collegio d’Europa di Bruges, che abbiamo voluto pubblicare il primo giorno di vita del sito di Radio Libertà, perché è la dimostrazione che può esistere una visione alternativa all’eurosoviet, anzi, più aperta. Iniziava dicendo: “Il mio principio guida è questo, la cooperazione attiva e volontaria tra stati sovrani e indipendenti è il modo migliore per costruire una comunità europea di successo”: una collaborazione tra Stati liberi e sovrani, non dirigismo concentrato in un politburo che emana direttive livellanti per tutta la pluralità territoriale, valoriale, antropologica del continente.

Si era in prossimità del crollo dell’Urss: “È ironico che, proprio quando i Paesi, come l’Unione Sovietica, che hanno cercato di fare tutto in modo centralizzato, stanno imparando che il successo dipende dal potere disperso e dalle decisioni prese lontano dal centro, ci siano alcuni nella Comunità che sembrano voler muoversi nella direzione opposta. Non abbiamo fatto arretrare con successo le frontiere dello Stato in Gran Bretagna, solo per vederle reimposte a livello europeo con un super-Stato europeo che esercita un nuovo dominio da Bruxelles”. Sostanzialmente, una sorta di mega Leviatano che si sostituisce ai leviatani nazionali, un moloch insopportabile se lo si considera da un punto di vista liberale, quello delle libertà diffuse, d’impresa, di autodeterminare le proprie politiche su temi chiave come la gestione dei flussi migratori.

In quel discorso la Thatcher parlava anche delle frontiere: “È una questione di semplice buon senso che non possiamo assolutamente abolire i controlli alle frontiere se vogliamo anche proteggere i nostri cittadini dalla criminalità e fermare il movimento di farmaci, di terroristi e degli immigrati illegali”. Queste cose sono potestà degli Stati/nazione i quali, con tutti i loro limiti, sono gli unici strumenti che hanno generato la libertà e la moderna democrazia in Europa, mentre il centralismo eurocratico no. Per questo l’iniziativa della Lega è positiva, thatcheriana, liberale: speriamo abbia seguito e non si fermi a una battaglia di testimonianza.


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