“Parlando liberaMente” con Giuseppe Cruciani: La piramide degli stronzi inventata dai woke
Giovanni Sallusti · 20 Luglio 2024
Questa settimana “Parlando liberaMente”, la nostra intervista con i protagonisti della politica, dell’attualità, del giornalismo, ospita il “zanzaresco” Giuseppe Cruciani. Di Cruciani è da poco uscito un libro, uno spettacolo teatrale, uno sfogo libertario, anzi un manifesto libertario, che si intitola “Via Crux – contro il politicamente corretto”.
“Il politicamente corretto”, spiega Cruciani, può essere descritto come un martellamento continuo che subisce la nostra mente e che ci spinge tragicamente a modificare il linguaggio e dunque di conseguenza anche i pensieri. È il male dei nostri tempi, perché pur non essendo noi in presenza di una dittatura vera e propria con le armi, con la limitazione delle libertà personali, dobbiamo guardarci bene da questa versione subdola, quella del pensiero. È la volontà da parte del potere dominante renderci tutti identici, di farci pensare tutti allo stesso modo”.
Decisivo per il politicamente corretto è un senso di colpa che nasce dal fatto che nelle società opulente, nelle società ricche, a un certo punto si debbano creare sempre delle emergenze continue e che non si accetti il fatto che qualcuno possa rimanere indietro.
“Così sono nate forme di discriminazione sulla base di cose che magari esistevano, per esempio nei confronti dei neri e degli omosessuali. La sinistra, in cerca di nuove ideologie e di nuove battaglie dopo il fallimento del comunismo, ha inventato l’emergenza dei diritti, che in realtà non esiste: non c’è più la segregazione razziale, non c’è più la persecuzione degli omosessuali”.
L’emergenza sta nel fatto che “noi bianchi dobbiamo sentirci continuamente colpevoli di avere fatto quello che abbiamo fatto e di avere criminalizzato e di avere emarginato i neri per diverso tempo: per questo bisogna ragionare ovunque con le quote, che è una nuova forma di razzismo”.
L’ossessione per la ipersensibilità delle minoranze, o presunta tale, in Via Crux sfocia in un’immagine interessante, “la piramide degli stronzi”. Spiega Cruciani: “La piramide degli stronzi è sostanzialmente la piramide in cui oggi noi viviamo: al vertice, cioè il più stronzo di tutti, sta il maschio bianco eterosessuale. È il più esposto, il più colpevolizzato, sempre nel mirino delle associazioni, della sinistra, delle ong. Il bianco eterosessuale con famiglia tradizionale per costoro è di per sé l’origine del male: non è aperto, non è inclusivo, non ha idea di che cosa sia il progresso, tende a essere razzista od omofobo. Appena sotto si trova la donna bianca eterosessuale: è una stronza, magari anche sposa, madre, magari anche cristiana; però è donna, dunque è un po’ meno stronza. E così via, fino ad arrivare in basso dove ci sono le persone meno stronze, quelle che qualsiasi cosa dicano sono protette: una donna trans, nera, obesa e single è il prototipo della persona meno stronza in assoluto, che sicuramente è vittima del complotto del maschio bianco eterosessuale”.
Un effetto è che in diversi casi i tribunali sono diventati braccio armato del politicamente corretto, “cioè si sono adeguati: che cosa è omofobo o razzista? Un’associazione? Il Pd? L’arcigay? Ci si affida allora ai tribunali sperando che diano qualche certezza, ma ormai molti sono allineati: una sentenza di pochi giorni fa riguarda un padre che aveva picchiato in un campo rom le figlie piccole, è stato condannato in primo grado a due anni e sei mesi, ma poi è stato assolto, perché la cultura di quell’etnia poteva prevedere una cosa di questo tipo”.
“Un altro caso clamoroso riguarda un leghista (ma questo è accidentale) che si chiama Gasperini, che è di Cecina, il quale è stato condannato dal tribunale per diffamazione aggravata, perché ha detto che l’Arcigay vuole portare nelle scuole italiane una cultura finocchista. Uno può farsi una risata oppure prenderla seriamente, non sono affari nostri. Il punto è che una cosa del genere non può finire nei tribunali italiani. Io penso che giudicare la parola finocchio, o il suo derivato finocchista, una cosa discriminatoria, sia una roba da regime linguistico”.
“Quando venne uccisa Giulia Cecchettin improvvisamente abbiamo sentito una specie di pianto collettivo del maschio. Personaggi autorevoli che dicevano scusami Giulia perché sono uomo. Io trovo che sia ributtante e ho gridato alla radio all’epoca che io non mi sento colpevole. L’assassinio di un pazzo non può essere il prototipo del maschio italiano. E il “catcalling”? A un certo punto sembrava l’emergenza nazionale, come se gli italiani fossero tutti arrapati che in macchina continuamente abbassassero il finestrino per dire: oh brutta troia, che belle tette che hai! Venne perfino invocata una legge, poi improvvisamente non se ne parlò più”.
Cruciani spiega anche la “trappola” della parola femminicidio: “Da che mondo è mondo esistono gli omicidi, ed è ovviamente una cosa gravissima. Però il femminicidio in quanto tale vuole vuole colpevolizzare l’uomo occidentale, pensando che il patriarcato sia qui e che dobbiamo in qualche modo cambiare rotta. Io penso invece che il patriarcato non sia qui, piuttosto è in altre società, africane, islamiche. Ne abbiamo prova ogni giorno, ma non si vedono mobilitazioni da parte di un certo femminismo contro il trattamento delle donne, che purtroppo non è solo in questi Paesi, ma è anche nelle comunità islamiche in Italia”.
“Io sono favorevole al matrimonio, ma anche all’adozione, all’utero in affitto, che è una cosa iperlibertaria e che io considero legittima, perché tanto avviene ed è meglio renderlo trasparente. Da ragazzo a Roma frequentavo il Mucca Assassina, un locale dove Vladimir Luxuria, astro nascente delle serate trasgressive romane, gestiva delle feste. Era un contesto meraviglioso, sia gay sia etero. Non penso che l’attrazione omosessuale sia qualcosa di innaturale, ma chi invece lo ritiene credo debba essere legittimato a sostenerlo. D’altronde, chi pensa per esempio che la priorità per uno Stato sia proteggere e incentivare la famiglia etero non dice niente di scandaloso, il mondo va avanti perché c’è l’eterosessualità e il nucleo familiare è fondamentale”.