“Parlando LiberaMente” con Hoara Borselli: La sinistra è la vera nemica delle donne
Giovanni Sallusti · 13 Luglio 2024
Cari ascoltatori, questa settimana a Parlando LiberaMente, la nostra intervista settimanale con i protagonisti della politica, dell’attualità e del giornalismo, abbiamo con noi Hoara Borselli, voce controcorrente, firma de Il Giornale e opinionista televisiva.
La sinistra è nemica delle donne? Borselli, di fronte all’affermazione alle urne francesi di un raggruppamento di estrema sinistra, anzi di “gauche Allah akbar”, appoggiato da associazioni islamiste vicino ai Fratelli musulmani, come donna italiana, occidentale ed europea, spiega: “Sono preoccupata perché nel Paese della civiltà, nel Paese dei lumi, fa irruzione la parola islam, che è la negazione della libertà. A questi si sono rivolti i macroniani e i comunisti per impedire la vittoria a Marine Le Pen, che è una donna liberale. Per una donna la cultura islamista è terrore, e adesso rischiamo che, anziché riuscire noi a trasmettere alle donne arabe i principi della modernità e della parità, siano gli islamici a imporci leggi, costumi e abitudini”.
È anche qui un mondo al contrario, insomma. La sinistra che dovrebbe portare il vessillo del valore delle donne invece sostiene che sia politicamente scorretto proibire alcuni costumi islamici, per esempio di considerare la donna una schiava. Da un punto di vista simbolico è stato significativo e vedere Place de la République piena di bandiere palestinesi e con pochissime francesi: “Quella piazza faceva paura, protestavano contro la Le Pen anche se aveva perso. E sembrava di stare in un Paese arabo: la sinistra francese ha rinunciato a riconoscersi nella Francia, sventolavano apertamente i colori palestinesi, cioè di Hamas, che ha guidato la strage del 7 ottobre. Credo che non abbiano nemmeno coscienza di quel che stanno facendo, proprio nella Francia che ha subito sulla propria pelle il terrorismo islamico”.
Lo schema basilare delle elezioni francesi è stato un “tutti contro una”: cioè, dice Borselli, “la negazione della complessità della politica, delle strategie di lunga durata, degli ideali. Non hanno un punto in comune né un programma, dal minuto dopo sono stati di nuovo totalmente divisi, ma l’importante era proibire alla Le Pen di governare. Questa è antipolitica, arriva una figura nuova e subito i vecchi si irrigidiscono e si uniscono per paura di perdere il potere, i privilegi, lo status quo. Accadde in Italia con Berlusconi nel 1994, ma quella volta non riuscirono a fermarlo. Ora con l’intitolazione a lui di Malpensa contestano che sia un nome divisivo. In Francia hanno il Charles De Gaulle, non è forse divisivo anche quello?”.
Tutto è molto polarizzato e violento, c’è perfino una canzone rap che dava delle “cagne da bastonare” a Marine e Marion Le Pen, “ma mi sarei meravigliata se avessi visto delle femministe scendere in piazza: se tu attacchi una donna di sinistra arrivano le truppe cammellate, ma una donna di destra la puoi insultare, la puoi dileggiare, in Italia lo vediamo con Elly Schlein e Giorgia Meloni”.
“La sinistra è terrorizzata dalla novità. Lo schema dei politologi dice che che la destra è conservatrice e la sinistra è progressista, io credo che non sia più così da molto tempo, la destra oggi è innovativa, vuole la modernità, mentre la sinistra si chiude in se stessa e si difende perché teme la libertà. Le donne che stanno facendo irruzione nella scena politica sono un pericolo per un sistema radicato”.
Lo strabismo ideologico propal passa anche per il Gay pride: “Credo che si possa essere per i gay e per Hamas a una condizione: che si cancellino i valori. Allora si può stare con i gay e inneggiare a un Paese che perseguita i gay. L’ideologia è scollata dalla realtà e la sinistra è un coacervo ideologico senza un briciolo di valore”.
Dall’altro lato abbiamo una destra che pecca di consapevolezza, poco “fallaciana”. La Fallaci aveva percezione di questa emergenza storica e della necessità di essere all’altezza, di combattere militarmente ma anche culturalmente questa battaglia: “Quando la Fallaci parlava di Eurabia, parlava di quello che si sta verificando oggi. Quando arriviamo ad accettare che si chiuda una scuola per festeggiare un Ramadan e altre derive simili, ci sembrano stupidaggini ma non lo sono: sono segnali fortissimi che ci dicono che stiamo arretrando invece di progredire. Ci dev’essere una coabitazione? Va bene, ma non con quella cultura che mette le donne nel recinto, che è sottomissione, che le costringe a camminare 10 metri dietro un uomo, coperte dalla testa ai piedi. Quello è patriarcato, non la nostra cultura”.
La speranza che rimane è Donald Trump: “Quello può essere un punto di svolta, perché serve subito un punto di svolta, altrimenti la deriva diventerà inarrestabile e la pagheremo sulla nostra pelle”.