Via i cretini antisemiti, ma quelli veri sono a sinistra
Giovanni Sallusti · 30 Giugno 2024
Cari ascoltatori, a furia di parlare dell’antisemitismo dei cretini, ci stiamo dimenticando l’antisemitismo strutturale. Anche oggi tiene banco l’inchiesta di Fanpage, che ha infiltrato una sua giornalista in un gruppo di Gioventù nazionale e ha rivelato scene, frasi, riferimenti folli di alcuni suoi membri. Detto che si nota una chiara intenzione strumentale nella legittima inchiesta giornalistica di Fanpage, rimane il fatto che ha acceso un riflettore sull’inaccettabile esistenza di atteggiamenti antisemiti. Fratelli d’Italia fa benissimo a cacciare questi cretini, in una democrazia liberale vanno sbattuti fuori da qualunque consesso civile. Gente che ricicla bestialità simili non ha e non deve avere alcun diritto di cittadinanza in un partito conservatore moderno, europeo, occidentale.
Questo lo mettiamo agli atti, da giorni lo sta dicendo qualunque giornale, in tutte le salse. Ma, concentrati a dire solo e sempre questo, ci stiamo scordando l’antisemitismo strutturale odierno, cioè l’antisemitismo che ha a che fare con l’essenza della contemporaneità: per esempio, quello che attecchisce nei campus universitari americani e poi arriva da noi per mera imitazione. Campus dove gli studenti ebrei non sono liberi di andare in giro perché può capitare loro di essere assaliti e cacciati solo in quanto ebrei. Qui a Radio Libertà abbiano intervistato uno di questi studenti, che ha anche denunciato Harvard per antisemitismo. In risonanza, nelle nostre università si sente da mesi il canto paranazista “Dal fiume al mare”, che invita alla cancellazione di Israele e circola nei gruppi antagonisti dei collettivi di sinistra.
L’antisemitismo strutturale contemporaneo è anche quella farsa che è andata recentemente in scena nel mese del Gay pride, dove in molte città è partita la caccia alla delegazione israeliana, cioè la delegazione di uno degli Stati più gay-friendly, in cui c’è più apertura, più inclusione, in cui è maggiore l’attenzione ai diritti individuali e civili, alle minoranze e alla libertà di scelta in tema di sessualità. Ebbene, in questi Gay pride si è inneggiato ad Hamas, che gli omosessuali li lancia dai tetti e li lapida, mentre sono stati presi di mira i rappresentanti di uno dei Paesi più laici e attenti ai diritti civili, anche degli omosessuali.
Questo fenomeno è stato analizzato, in felice controtendenza, da uno dei più importanti filosofi viventi, Alain Finkielkraut, che ha abbandonato il pensiero della gauche ma che non si può certo definire come un bieco reazionario sovranista. Alain Finkielkraut, intervistato ieri sul Corriere della Sera, ha detto che nella Francia di oggi il vero antisemitismo attecchisce a sinistra, quella estrema di Mélenchon, l’unica che si pone come competitiva rispetto a Marine Le Pen: in quella sinistra, ha spiegato Finkielkraut, l’antisemitismo è una scelta radicale di società. Questa cosa lo preoccupa a tal punto da fargli dichiarare che, lui occidentale-francese-ebreo, tra quelli che per il suo percorso intellettuale sono due mali, voterebbe Rassemblement national, molto meno pericoloso di quella sinistra antisemita.
Non diversamente, in una recente intervista alla Stampa, si è espresso Riccardo Pacifici, uno dei più importanti membri della comunità ebraica italiana, che ha detto: mi fanno meno paura quattro deficienti di Gioventù nazionale rispetto all’odio anti-ebraico che attecchisce a sinistra. Quindi questo è l’antisemitismo strutturale contemporaneo, che se la prende con gli ebrei in carne e ossa nel 2024. E questa è la retorica che presta il fianco agli antisemiti e spesso ai neonazisti di oggi, cioè i tagliagole di Hamas, i fanatici nazislamici.
Noi i cretini antisemiti nel centro-destra non li vogliamo, anzi, se Fratelli d’Italia oltre a espellerli ordinasse qualche verifica interna in più non ci dispiacerebbe; ma oggi l’antisemitismo strutturale aprioristico che pervade la cultura di establishment e di massa è tutto a sinistra.