La parata dei veri antieuropei

· 18 Giugno 2024


Cari ascoltatori, chi sono i veri anti-europei? Il mainstream li identifica nella cosiddetta “onda nera delle destre”, ma è esattamente il contrario. I veri anti-europei stanno annidati nel commento che Giorgia Meloni ha rilasciato sull’ampiamente previsto nulla di fatto nella prima cena di confronto sulla spartizione delle nomine nei gangli apicali dell’Unione. La premier ha detto: il metodo è sbagliato, io non ci sto ad accettare un pacchetto di nomine preconfezionato. E ha aggiunto: non ha senso parlare di nomi senza fare prima un’analisi seria e profonda del voto.

Qui emerge di nuovo la grande ipocrisia: il voto europeo nei principali Paesi fondatori dell’Unione, Italia, Francia e Germania, senza i quali non solo non c’è l’Unione ma non c’è l’Europa come realtà storico-culturale, ha segnato la vittoria delle destre e la sconfitta delle politiche portate avanti finora dall’assetto politico-istituzionale uscente. Il persistere di un asse franco-tedesco dopo che i leader di Francia e Germania hanno preso una sonora batosta alle elezioni è il contrario della volontà popolare e dimostra che l’Unione è un progetto a forte deficit di democrazia.

Vogliamo dare un nome e un volto a questi veri anti-europei? Uno è Donald Tusk, il premier polacco che, preda della sindrome di Stoccolma, stando nei Popolari per lustri ha fatto da stampella ai socialisti. Tusk ha detto: non è mio compito convincere Meloni, abbiamo già una maggioranza con Ppe, liberali, socialisti e altri piccoli gruppi. Lo ha semplicemente ammesso: la maggioranza è fatta a tavolino, al prezzo di arruolare anche i Verdi, i talebani del green deal, pur di non tener conto del voto.

Il secondo anti-europeo è il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il quale ha detto che in Parlamento non deve esserci alcun sostegno per un presidente della Commissione vicino a partiti di destra. Ma in quale regola della democrazia liberale sta scritto che a priori la destra, dopo aver vinto le elezioni in Italia e Francia e aver segnato una grande performance in Germania, non possa partecipare al gioco delle cariche?

E infine, l’anti-europeo per eccellenza ovviamente è Emmanuel Macron, il quale si è fermato giusto per l’aperitivo perché alle 21, lo ha detto lui, andava a vedere la partita della Francia: tanto per lui il gioco è già chiuso, si deve confermare l’assetto uscente, senza queste noiose finzioni di analisi del voto. Macron, che ha aggiunto “ora dobbiamo lasciare marinare le cose, l’accordo è vicino”, ne ha bisogno in fretta, prima delle imminenti elezioni in patria, perché sa di essere lievemente sfavorito rispetto a Marine Le Pen.
È facile scoprirli, gli anti-europei, la ricetta è: guardate chi agisce in modo anti-democratico, chi cerca di dettar legge anche se il voto è andato in direzione opposta e ha gli dato torto, chi in pratica snobba la verità. Troverete subito quei tre.


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