un sì liberale al decreto salva casa

· 28 Maggio 2024


Il decreto salvacasa è una rivoluzione liberale? Ne abbiamo parlato con Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia: “Abbiamo sempre dato un giudizio positivo su questa misura, fin da quando nei mesi scorsi il provvedimento era stato annunciato. Le promesse sono state mantenute, e crediamo che la regolarizzazione di piccole difformità porterà altri vantaggi, per esempio la facilitazione delle compravendite, più agilità nell’erogazione dei mutui”. A cascata, anche i Comuni beneficeranno del provvedimento, perché verranno liberati da un monte di pratiche che ne rallentano l’attività.

Si tratta di una rivoluzione liberale? Di sicuro lo è l’approccio, perché “libera” i proprietari da lacciuoli e adempimenti troppo complessi che riguardano l’interno del loro bene.

I proprietari, spiega Spaziani Testa, lamentano varie limitazioni alla loro libertà. Una è la tassazione, per esempio l’Imu, un’imposta dovuta indipendentemente dal fatto che il bene renda o meno e dalle condizioni in cui è. Un’altra è data dalla direttiva europea sulle case green, che ha la illiberale tendenza a imporre interventi sugli immobili. “I cittadini chiedono di non essere più oberati dalle incombenze da troppa fiscalità e sono preoccupati anche dall’efficientamento energetico coatto”, aggiunge Spaziani Testa.

Confedilizia pensa anche al tema del cambio di destinazione d’uso. Sempre più spesso, in particolare dopo il covid, mutano le esigenze sociali ed economiche, per cui gli immobili sono destinati a cambiare utilità. Ma ancora oggi si incontrano ostacoli, è necessario semplificarne le procedure.
Infine, una ulteriore fase riguarderà il tema del costo degli affitti, sentito in particolare in grandi città come Milano. La proposta di Confedilizia, per convincere i privati a concedere appartamenti, è di azzerare l’Imu in caso di contratti a canone concordato, e di stabilire per i proprietari maggiori garanzie a termine contratto perché molti di essi oggi non si sentono tutelati. Per quanto riguarda gli affitti commerciali, la posizione liberista di Confedilizia è di suggerire l’attuazione della cedolare secca i sostituzione dell’Irpef, come già esiste sull’abitativo: “Abbasserebbe i canoni e contribuirebbe a mitigare la crisi del commercio e la desertificane dei centri commerciali”.


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