Buon anno! E che sia l’ultimo per gli ayatollah

· 31 Dicembre 2025


Cari ascoltatori, il nostro augurio per il 2026 è sia finalmente l’anno giusto, quello in cui crollerà uno dei regimi più sanguinari, più assassini, più orrendi, più repressivi che esista oggi sul pianeta, la teocrazia islamista degli ayatollah che dal 1979 ha sequestrato la grande civiltà persiana in una prigione fatta di sharia, Corano e morte. Diciamo questo perché stanno aumentando di ora in ora le crepe dentro il sistema di potere di Teheran, stanno crescendo le proteste. E questo fatto ha a che fare con gli assetti del mondo, ha una ricaduta sulle nostre vite.

Dal 1979, quando Khomeini ha costruito questo inferno islamista, l’Iran è uno dei principali sponsor, ma anche allevatori e attori in primo piano, del terrorismo internazionale, perché l’ideologia degli ayatollah è fondata su una visione apocalittica, millenaristica della rivoluzione islamica nella sua versione sciita, la quale dovrebbe cambiare il volto del mondo. Ne sono prova la creazione di gruppi come Hezbollah, il foraggiamento e la direzione di gruppi come Hamas, o come gli Houti che minacciano il libero commercio internazionale, e le compromissioni con la piovra terrorista mondiale.

Questa volta, però, siamo al quarto giorno consecutivo di proteste e scioperi, che sono tanto più interessanti perché hanno una genesi economica, mentre in passato le manifestazioni in Iran venivano trainate dai giovani dell’alta borghesia e dalle giovani che non ne possono più di vivere nella prigione culturale della sharia e in quella fisica del velo (si può essere massacrate se non lo si porta o anche solo se lo si porta male). Questa volta, invece, le proteste sono mosse dall’esplosione incontrollata dell’inflazione e dalla spaventosa svalutazione del riyal, la valuta locale: dal 2018, con le pesanti sanzioni occidentali, anzitutto americane, dopo che gli Usa di Donald Trump sono usciti dalla follia obamiana dell’accordo nucleare con gli ayatollah, ha perso oltre il 90% del suo valore, oggi 10 euro si cambiano con quasi 500 mila riyal. Siamo alle carriole piene di banconote che non valgono nulla, come nei Paesi dell’est poco prima della caduta del socialismo reale.

Questa protesta è partita da Teheran (ha chiuso anche il gran bazar della capitale, l’ultima volta era avvenuto nei giorni della caduta dello scià, speriamo sia un presagio) e si è estesa a molte città del Paese. Nelle ultime ore si sono uniti anche gli studenti universitari iraniani che partendo dagli atenei di tutto l’Iran stanno convergendo verso Teheran per protestare contro la cappa insostenibile del regime.

Ebbene, care ragazze e cari ragazzi iraniani, vi auguriamo davvero che il 2026 sia l’anno della fine, l’anno in cui crollerà questo regime che sfracella il cranio alle donne, impicca in pubblico gli omosessuali, sequestra e sevizia i dissidenti in prigioni che sono dei veri e propri inferni in terra, nutre il terrorismo internazionale, coltiva il progetto di cancellare lo Stato degli ebrei dalla carta geografica, definisce l’Occidente, l’America in primis, e la cultura occidentale “grande satana”: insomma, auguriamo a tutti che questo orrendo totalitarismo nazi-islamista sia veramente agli sgoccioli. Lo auguriamo a voi giovani iraniani, e anche a noi.


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