Trump ci dà la sveglia: “la civiltà europea rischia di sparire”
Giovanni Sallusti · 5 Dicembre 2025
Cari ascoltatori, i giornaloni già alla prima occhiata sui siti (figurarsi domattina) si stanno sbizzarrendo a dare l’allarme per il testo della nuova Strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti d’America, pubblicato dalla Casa Bianca e firmato dal presidente Donald Trump. Perché? Perché si mette nero su bianco il rischio che in non molto tempo si avveri la fine della civiltà europea, cioè il suicidio culturale del continente. È partito subito lo stigma antitrump con un sintagma sempre pronto all’uso: Trump nemico dell’Europa, Trump abbandona l’Europa, e tutte le varianti che ne possono seguire.
In realtà, se andiamo a leggere gli estratti che stanno circolando, dallo spirito di questo testo emerge una critica alla condizione, prima di tutto culturale, del continente europeo, che somiglia molto a quella che faceva Roger Scruton, uno dei maggiori filosofi conservatori del secondo Novecento, quando parlava del rischio di oicofobia, cioè dell’odio di sé, della vergogna per la propria casa, applicato proprio all’Occidente. E vicina alla diagnosi di Oriana Fallaci, quando prospettava il rischio che l’Europa diventasse Eurabia, quindi che non solo negasse, ma capovolgesse le sue radici culturali e valoriali.
E qualcosa di analogo – mutato il personaggio, il linguaggio, e anche l’impareggiabile livello metafisico – ma lo diceva Joseph Ratzinger, quando paventava la possibilità che il relativismo dominante e nichilista indebolisse progressivamente lo spirito dell’Europa, fino a spegnerlo. Ratzinger diceva che la crisi dell’Europa è anzitutto una crisi antropologica, dell’essere europeo e dei suoi riferimenti: era una critica radicale all’assetto politico-culturale dell’Europa, dettate dall’amore per quello che rappresenta nella storia delle idee dell’uomo, non dall’odio.
Qualcosa del genere emerge anche dagli estratti del documento firmato da Trump. Tra le altre cose, si legge: “Le questioni più gravi che l’Europa deve affrontare includono le attività dell’Unione europea e di altri organismi transnazionali che minano la libertà politica e la sovranità”. Cioè quel che diceva Margaret Thatcher alla fine degli anni Ottanta: il Leviatano europeo mortifica la libertà dei popoli europei.
Leggiamo ancora che nel documento sono citate “le politiche migratorie che stanno trasformando il continente, generando conflitti”. Chi può negare questo? È cronaca quotidiana. Un recente sondaggio in Francia ha mostrato che la maggioranza dei musulmani francesi di seconda generazione vuole l’applicazione della sharia in Francia, lo Stato della laicità per eccellenza. Il documento parla anche di “censura della libertà di parola”, e in effetti l’Unione sta pensando di censurare i contenuti di alcune piattaforme di discussione pubblica, X in testa: che altro è, se non un attacco al free speech? E poi “il crollo dei tassi di natalità e la perdita di identità e fiducia nazionali”, altri due elementi indiscutibili, di cronaca. Ebbene, continua il documento americano, “se le tendenze attuali continueranno, il continente sarà irriconoscibile in vent’anni o meno”.
Proprio quello che ha profetizzato Michel Houllebecq: un continente che diventa irriconoscibile, e dire questo non è essere nemici dell’Europa, ma profondamente affezionati alla sua diversità nella storia dell’uomo. Continua il documento: “Non è dunque affatto certo che alcuni Paesi europei manterranno economie e forze armate abbastanza solide da restare alleati affidabili”. Scommettiamo che questo stralcio sui giornaloni non lo troverete…?
“Vogliamo che l’Europa rimanga europea, che ritrovi la fiducia nella propria civiltà e abbandoni l’attenzione fallimentare alla soffocante regolamentazione”, quella follia burocratica e normativista del Leviatano che sta uccidendo le economie e lo sforzo creativo dei popoli. “Il nostro obiettivo è aiutare l’Europa a correggere la propria traiettoria attuale. Avremo bisogno di un’Europa forte per competere con successo e collaborare con noi nel prevenire che qualsiasi avversario domini il continente europeo”.
La sostanza è che la civiltà occidentale, che ha una sua eccezionalità nella storia umana, è a rischio nel continente da cui è nata. È un allarme fondato, e riconoscerlo vuol dire essere innamorati dell’Europa. O ci svegliamo ora, o rischiamo di non svegliarci più.
