L’Oriana che per prima capì il mostro sinistra-Islam
Alessandro Gnocchi · 8 Dicembre 2025
In questa puntata di “Alta tiratura”, Alessandro Gnocchi racconta come è nato l’islamo-comunismo, ovvero il partito musulmano: gli attacchi di Hamas del 7 ottobre e poi la guerra di Gaza hanno svelato una convergenza tra la sinistra e i fondamentalisti islamici che in realtà già era nei fatti da molti anni, come si può notare dai cortei pro-pal. Ma perché è nata questa coalizione?
Il motivo è che la sinistra post-marxista è alla costante ricerca di un nuovo soggetto rivoluzionario che sia anche un bacino di voti; dall’altra parte, invece, l’Islam politico è in cerca di legittimità e di rappresentanza nei Paesi occidentali. Cosa che sta ottenendo sempre di più: per esempio, basta contare il numero dei sindaci musulmani nelle città inglesi. In sostanza, la grammatica della decolonizzazione è stata applicata al jihadismo: ogni atto contro l’Occidente è la giusta reazione di chi è stato oppresso dall’Occidente medesimo. E anche la teocrazia è in un certo senso rivalutata come riappropriazione culturale di una cosa che era stata negata invece dal colonialismo occidentale.
La prima personalità a denunciare l’alleanza tra sinistra e Islam in Italia è stata Oriana Fallaci. Nel 2002, davanti a un corteo no-global, rimase scandalizzata dal fatto che si sventolavano le bandiere palestinesi, si vestivano le kefiah e si bruciavano le bandiere di Israele: cosa che, tra l’altro, a Milano avviene da anni il 25 aprile. L’Oriana ha capito che questa saldatura sarebbe avvenuta, l’ha denunciata immediatamente, e le hanno risposto che era pazza, perché aveva il cancro, e che era vecchia – quindi non capiva nulla. Poi la storia ha dato ragione a lei. Questo odio verso l’Occidente, che mette insieme forze diverse di per sé inconciliabili, la Fallaci lo aveva colto già nei suoi reportage e dalle interviste con Arafat e Khomeini. Insomma, è un argomento che conosceva molto molto bene: su questo scrisse un articolo su Panorama che le fruttò solo insulti. Eccone un paio di passi.
“Io trovo vergognoso che, obbedendo alla stupida e vile, disonesta e per loro vantaggiosissima moda del politically correct, i soliti opportunisti – anzi i soliti parassiti – sfruttino la parola pace, che in nome di un pacifismo, leggo conformismo, delegato a grilli canterini e a giullari, aizzino la gente confusa o ingenua o intimidita, che la imbroglino, la corrompano, la riportino indietro di mezzo secolo, cioè alla stella gialla sul cappotto. Questi ciarlatani, ai quali dei palestinesi importa quanto a me importa di loro, cioè nulla.
“Io trovo vergognoso che quasi tutta la sinistra, quella sinistra che vent’anni fa permise a un suo corteo sindacale di deporre una bara, quale mafioso avvertimento, dinanzi alla sinagoga di Roma, io trovo vergognoso che quasi tutta la sinistra dimentichi il contributo dato dagli ebrei alla lotta antifascista. Trovo vergognoso che anche per colpa della sinistra, anzi soprattutto per colpa della sinistra, gli ebrei delle città italiane abbiano di nuovo paura. E nelle città francesi, olandesi e danesi e tedesche è lo stesso”.
Leggere queste parole è utile per disintossicarsi dalla propaganda che abbiamo attorno, e anche a dare un po’ di giustizia alla figura di Oriana Fallaci, perché lei aveva compreso cose che tuttora certi intellettuali non hanno capito.
