Mogherini, hai 48 ore “libere”: leggiti la Thatcher contro l’eurocrazia

· 2 Dicembre 2025


Cari ascoltatori, noi siamo garantisti non come birignao retorico-giornalistico, ma per davvero e anzitutto con chi è lontano da noi per posizione politico-culturale, e quindi lo siamo con Federica Mogherini, ex ministro degli esteri del governo Renzi, ex Alto rappresentante per la politica estera europea, ex vicepresidente della Commissione europea e ora rettrice del Collegio d’Europa di Bruges.

Attualmente la Mogherini è in stato di fermo per decisione della Polizia belga su mandato della Procura europea, insieme con altri due italiani, l’ambasciatore Stefano Sannini e una terza persona che occuperebbe un posto di rilievo all’Università di Bruges. L’oggetto dell’indagine è un bando che riguardava il progetto per l’Accademia diplomatica dell’Unione europea, che è stato assegnato al Collegio d’Europa di Bruges, periodo 2021-2022. L’inchiesta deve verificare se il Collegio d’Europa e o i suoi rappresentanti fossero stati informati in anticipo sui criteri di selezione della procedura di gara, se sapessero già le regole d’ingaggio e quindi abbiano vinto una gara in condizioni di favore.

Ma a noi questa storia e il destino giudiziario della Mogherini interessano poco e, ripetiamo, siamo garantisti, sebbene non sia del tutto sbagliato quel che ha detto il governo ungherese, che le istituzioni europee sembrano somigliare sempre più a un film poliziesco. Ricordiamo il Qatar-gate, il caso delle lobby green emerso attorno a Timmermans &C… Peraltro l’ex ministra finora non ha lasciato grande traccia di sé: la cosa per cui la ricordiamo di più è che si recò velata e festante in Iran, facendosi fotografare nel Parlamento di Teheran in mezzo a uomini probabilmente molto contenti di questo atto di sottomissione da parte di una “leader” europea.

A noi, piuttosto, importa darle un suggerimento: visto che è stato di fermo per 48 ore, avrà un po’ di tempo, per cui le consigliamo di leggersi un discorso che, proprio al Collegio d’Europa di Bruges, tenne un’altra donna politica, Margaret Thatcher, il 20 settembre 1988, proprio in quella fucina della diplomazia, dell’euroburocrazia, dei quadri delle istituzioni europee. Glielo indichiamo perché la Thatcher in quel discorso diagnosticò ante litteram la malattia eurocratica nascente, ci ammonì dal rischio di una forma di euro-dirigismo che poi tutte le varie Mogherini hanno realizzato, un verbo acritico che hanno diffuso e su cui hanno costruito le loro carriere.

Diceva Margaret Thatcher al Collegio di Bruges: “Lavorare a più stretto contatto non richiede che il potere sia centralizzato a Bruxelles, o che le decisioni siano prese da una burocrazia designata. Anzi, è ironico che proprio quando Paesi come l’Unione Sovietica, che hanno cercato di fare tutto in modo centralizzato, stanno imparando che il successo dipende dal potere disperso e dalle decisioni prese lontane dal centro, ci siano alcuni nella comunità che sembrano voler muoversi nella direzione opposta. Non abbiamo fatto arretrare con successo le frontiere dello Stato in Gran Bretagna, solo per vederle reimposte a livello europeo con un super-Stato europeo che esercita un nuovo dominio da Bruxelles”. Ed è successo, dalle micro paturnie dirigiste sul diametro degli ortaggi alle macro politiche suicide come il green deal, ma non solo.

Visto che avrà delle ore libere, la Mogherini rilegga questo discorso della Thatcher, tenuto proprio nel suo Collegio, si faccia delle domande: prima ancora dei suoi ipotetici reati, di cui ci importa zero, ci interesserebbe che si interrogasse sul gigantesco abbaglio politico-culturale in cui ci hanno trascinato lei e quelli come lei, ormai da decenni.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background