Ilaria Salis oltre la caricatura: gli scafisti “offrono un servizio”
Giovanni Sallusti · 27 Novembre 2025
Cari ascoltatori, non sappiamo se Ilaria Salis esista davvero o se ci sia un algoritmo che crea contenuti continui, rispondendo alla domanda “qual è la cosa più caricaturale che conferma tutti i bozzetti dei beceri destrorsi sulle follie radical chic?”. Ce lo chiediamo perché è una galleria di esternazioni in aggiornamento costante. Questa volta la neolingua salisiana è andata oltre la narrazione, già brillante, degli occupanti abusivi di case che risolvono l’emergenza abitativa: oggi abbiamo che gli scafisti sono una specie di tassisti del mare.
L’ha detto davvero, e non in un post pubblicato alle tre del mattino, magari senza averci pensato su (comunque Ilaria Salis ci rappresenta a Bruxelles), ma in un intervento a Strasburgo: si è inerpicata in una pregnante distinzione fra il trafficante, che è “chi costringe le persone con la forza, l’inganno o la minaccia, le riduce in schiavitù, le sfrutta e le sequestra” e il tassista del mare, una specie di accompagnatore, anzi benefattore, che “semplicemente organizza l’attraversamento di un confine chiuso” – oddio, i confini si chiamano così perché possono essere chiusi, ‘confini aperti’ è un ossimoro – “per persone che hanno scelto volontariamente di partire e pagano per il servizio basato sul consenso, e che non avrebbe motivo di esistere se ci fossero vie legali e sicure per la migrazione”. Tipo Uber, insomma. Il fatto è che la via legale e sicura per la migrazione c’è, è quella controllata e sottoposta alle leggi.
L’onorevole Salis vorrebbe sdoganare che è sufficiente passare il Mediterraneo per essere regolari, il che comporterebbe il collasso della civiltà. Ha proprio quest’idea “del servizio a chi ha deciso di fuggire da guerre, persecuzioni o disastri climatici”. Per quanto non mastichiamo bene la neolingua salisiana, è evidente che questa distinzione tra il trafficante e lo “smuggler” (così chiama gli scafisti) è farlocca, perché non tutti gli smuggler sono brave persone: l’onorevole parla in realtà di un fenomeno drammatico della contemporaneità, che è il traffico di esseri umani che fuggono in condizioni disperate, in un fiume migratorio incontrollato, e questi “tassisti” criminali speculano sulla loro disperazione, altro che Uber in Libia. Ogni volta che apre bocca Ilaria Salis riesce ad andare oltre a quel che potremmo immaginare, che già idilliaco non è…
