Lo sgambetto, piuttosto, era allo Stato di diritto
Giovanni Sallusti · 27 Novembre 2025
Cari ascoltatori, sulla questione del disegno di legge sul consenso in tema di rapporti sessuali, sta imperversando un clima davvero farlocco che è arrivato a fare di questa proposta uno strumento politico con cui scagliarsi contro una parte, scendendo così al grado zero del dibattito. E con grande impegno perché a esprimere legittime perplessità sull’attuale impianto della norma – sia chiaro, non sulla necessità che ce ne voglia una – vengono anzitutto dalla Lega.
La più chiara testimonianza di questo clima lo dà la Stampa, con il titolo “Stupri, lo sgambetto di Salvini”, giusto per far pensare che Salvini si mette di traverso sul tema degli stupri, una materia che dovrebbe vedere concordi tutte le persone dotate di intelletto, di moralità, di senso della dignità altrui. Un modo neanche raffinato di mostrificare l’avversario politico
Ma il tema vero è un altro e drammaticamente serio, perché il titolo più onesto sarebbe stato “Costituzione, onere della prova, stato di diritto: lo sgambetto trasversale”. Perché il testo che stava andando in approvazione in fretta e furia, così da piegare l’agenda politica all’onda emotiva della Giornata contro la violenza sulle donne, era uno sgambetto a una delle architravi dello Stato di diritto dai tempi di Cesare Beccaria: la presunzione di innocenza.
Questa cosa l’ha riassunta perfettamente il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia, intervistato su Repubblica. Alla domanda “ma come si fa a verificare se questo consenso libero attuale del rapporto previsto dalla legge è stato espresso o no?” Roia ha risposto che questo “è un problema che riguarda gli uomini”. Cioè tutti, nel senso del maschio in quanto tale? E alla domanda seguente, se si trattasse di una sorta di inversione dell’onere della prova e se da adesso dovrà essere l’uomo a dimostrare che la donna era consenziente, Roia ha risposto “se io fossi un pm davanti a una donna che mi dice di aver subito violenza, la prova c’è già”.
Ma come? Finisce così? Salta di colpo ogni meccanismo di garanzia, la presunzione di non colpevolezza? Roia è in seguito intervenuto di nuovo per attutire, “la prova naturalmente andrà valutata nel dibattimento”, ma le sue dichiarazioni sono state chiare, e hanno fotografato il problema di concetto, che riguarda lo Stato di diritto.
A confermare l’esistenza di questo nodo è stato, fra gli altri, Gian Domenico Caiazza, ex presidente delle Camere Penali, che ha spiegato di come si tratti di “un’inversione totale dell’onere della prova” in caso di denuncia di una donna che affermi di aver subito un rapporto sessuale contro la propria volontà. “Bisognerà andare col microfono o astenersi. Altro che fuori dalla Costituzione, qui siamo fuori dalla grazia di Dio”.
Se l’unica prova non può essere dimostrata, cioè che in ogni secondo del rapporto ci sia il consenso libero e attuale, siamo in una terra di nessuno. Dovremo accettare che è sempre un rapporto a tre, una donna, un uomo e lo Stato: cioè sesso orwelliano monitorato secondo per secondo da parte dell’autorità pubblica che verifica la presenza del consenso attuale. Oppure non è possibile, e si resta appesi allo stigma della banale accusa. Facendo svanire la presunzione di innocenza, condizione necessaria in uno Stato di diritto, che oltre tutto è una garanzia proprio per le donne, perché tutela le vere vittime di violenza, i cui colpevoli vanno condannati con estrema durezza.
Non possiamo ridurre tutto a una guerra fra sessi, con la mostrificazione dell’uomo, per cui, come dice Carlo Nordio, si prende l’elemento psicologico del reato e lo si fa valere tout-court, e come Nordio lo dice Giulia Bongiorno, che sessista e alfiera del patriarcato di certo non è, visto che è anche la madrina politica del Codice rosso antiviolenza. Fermiamoci, per carità, e approfondiamo gli aspetti tecnici: altrimenti rischiamo di uscire da quella cosina di lieve rilevanza per la nostra convivenza, che si chiama Costituzione. Altro che sgambetto di Salvini: ha voluto fermare questa cosa e ha fatto un favore a tutti.
