Sacrilegio! Orban e Salvini criticano Ue e Green Deal

· 28 Ottobre 2025


Cari ascoltatori, chi è il mostro di giornata? Il premier ungherese Viktor Orban, che si piazza sempre nella parte alta della classifica dei cattivissimi per lorsignori. Oggi di più, perché dopo aver incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha incontrato anche il Papa: finché si trattava di Leone lo scandalo non è montato, ma quando ha visto Matteo Salvini al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è partito l’apriti cielo del mainstream.

Ma Viktor Orban non è un mostro, è un leader politico che fa gli interessi nazionali del suo Paese: conduce battaglie che condividiamo, la battaglia contro l’eurocrazia dirigista, quella contro l’ideologia woke che mortifica l’identità europea occidentale. Ma non è dotato dei crismi dell’infallibilità: per esempio quando ha detto che Trump sbaglia su Putin non ci ha trovati d’accordo. Trump sta tentando di stringere un deal sulla pace in Europa, riparare a una situazione deflagrata con il mandato di Joe Biden, e vedrà nei prossimi giorni il presidente cinese Xi, con cui sta tentando una sparigliata geopolitica: chiudere un accordo con Pechino, che finora ha garantito la sostenibilità dello sforzo bellico di Putin.

E invece su tutti i siti imperversa il mostro Orban ricevuto da Salvini. Di che cosa hanno parlato per un’ora questi due biechi estremisti con la bava alla bocca? Sono stati affrontati temi come la pace, il pantano bellico in cui la Russia avanza un metro alla volta con perdite immani da entrambe le parti: dove sarebbe lo scandalo? A meno che le anime belle considerino che la pace sia un loro monopolio…

Un altro tema è stato il green deal, frutto delle politiche suicide dell’Unione Europea: più che una critica ormai non può che essere la registrazione di una disfatta. E, mentre con una mano i commentatori mainstream si scandalizzavano per il mostro Orban, con l’altra si sono ristracciate le vesti per i dazi di Trump. Eppure è noto che il costrutto ideologico-masochista del green deal costa al contribuente l’8% del Pil dell’Eurozona. Ed è altrettanto noto che Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea, ha detto che le politiche green sono state un’assist alla Cina, che la classe dirigente europea ha lavorato in questi anni per Pechino e contro le economie dei Paesi europei: lo si potrà pur criticare, un abbaglio storico del genere.

Sulle politiche suicide, viste più in generale, citiamo un dato di Confindustria: negli ultimi 10 anni gli Stati Uniti hanno prodotto 3.500 nuove norme, l’Unione Europea 13.000: come si fa a non convenire che c’è un problema di ipertrofia burocratica, di ossessione normativista, una cappa che da Bruxelles viene calata brutalmente sulle vite di famiglie e imprese europee?

Fra i due leader si è anche registrata la massima sintonia sul contrasto all’immigrazione clandestina Anche in questo caso, dov’è lo scandalo? Anche per i governi di centrosinistra del nord Europa il contrasto all’immigrazione clandestina è diventato un’urgenza: è un reato penale, e il traffico organizzato di esseri umani è un fenomeno patologico epocale, che mette a rischio la nostra identità e la nostra sicurezza quotidiana.

Ancora, ci chiediamo dove siano i mostri. Non si sa, è incomprensibile, tranne se consideriamo che questi signori che si scandalizzano abbiano preso la penna per mettere su carta solo i loro teoremi ideologici, tutti nella loro testa e mai nella realtà…


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