Trump, scacco allo zar: stop cinese al petrolio russo
Giovanni Sallusti · 23 Ottobre 2025
Cari ascoltatori, Donald Trump ha trovato un “game changer” nel braccio di ferro con Vladimir Putin per fermare la carneficina in Ucraina. Questa mattina avevamo notato la sparigliata geopolitica di Trump: dalle sanzioni ai giganti petroliferi russi alla dichiarazione che a incontrare Putin si perde tempo ed è meglio parlare di Ucraina direttamente con Xi Jinping, che su Putin ha un forte ascendente. Così, con una sola mossa Trump ha attirato Pechino nel dossier Ucraina e ha smascherato la subalternità di Mosca al Dragone per sostenere lo sforzo bellico.
Ma questa sera è arrivata la vera notizia, fonte Reuters: dopo l’India, anche la Cina ha annunciato di aver bloccato gli acquisti di petrolio dalla Russia. Le maggiori compagnie petrolifere statali cinesi, Petrochina, Sinopec e Genzoil, hanno sospeso l’arrivo di greggio russo via mare, si parla di 1,4 milioni di barili al giorno, poi valuteranno l’evolversi degli scenari. Questi giganti statali cinesi non hanno rilasciato commenti, segno che la situazione diplomaticamente e strategicamente è molto critica. E ancora più critica lo è per la Russia, per il pesante contraccolpo sulla tenuta economica e bellica di Mosca.
Secondo le stime di Bloomberg, infatti, la sola sospensione degli acquisti da parte dell’India avrebbe causato una perdita di 1,5 miliardi di dollari al mese: pensate ai danni che può creare la medesima misura da parte della Cina. La stessa Russia, solitamente maestra della propaganda, ha ammesso che si sta preparando a gestire “un duro colpo”, con perdite definite “inevitabili”, segno che siamo in presenza di un potenziale vero spartiacque della vicenda.
E così è anche fatta giustizia di tutta la stramba narrazione su Trump inefficace e in balia di Putin. Sicuramente è più efficace di Joe Biden, che non ha esercitato alcuna deterrenza americana: nei primi quattro anni di Trump, Putin non ha messo il naso fuori dalla Russia; poi è arrivato Biden e Putin ha invaso l’intera Ucraina sotto il suo naso. Trump si sta rivelando più efficace anche dell’Unione Europea, che ha fatto solo retorica bellicista e neppure credibile, perché fuori dall’Allenaza Atlantica non può nulla: ha approfittato di questa crisi per vagheggiare di un esercito unico, per centralizzare anche la difesa a Bruxelles, però senza alcuna ricaduta pratica, men che meno in favore dell’Ucraina.
Trump ha esercitato una leva formidabile senza mettere i piedi sul terreno, senza esasperare ulteriormente lo scenario di guerra: ha messo Putin all’angolo come mai era successo dal giorno dell’invasione. Che cosa succederà da qui in poi è sulle ginocchia degli dei: Putin è imprevedibile e l’atteggiamento della Cina sul lungo termine sarà da valutare. Ma è un fatto che il presidente americano a sorpresa ha coinvolto Pechino nel domino russo-ucraino, e il giorno stesso la Cina ha sospeso l’acquisto di petrolio russo. Potrebbe essere una svolta: lo speriamo, nell’interesse anzitutto dei civili ucraini, ma anche dei soldati di entrambe le parti che muoiono quotidianamente al fronte.
