Da Hamas a Hitler, a sinistra non si tengono più

· 22 Ottobre 2025


Cari ascoltatori, ma che cosa diavolo sta diventando la sinistra italiana? La domanda non è retorica, ma figlia di due episodi di cronaca che hanno messo in luce due nuove figure nella galleria degli orrori che le truppe progressiste ci sta regalando. In politica è decisivo non far saltare un alfabeto minimo condiviso, un tessuto comune del discorso pubblico che non dovrebbe essere in discussione. Ebbene queste due figure invece lo mettono in discussione.

La prima è una signora, si chiama Souzan Fatayer, si definisce “’na palestinese-napulitana” ed è finita nelle cronache perché si è scoperto che tempo fa ha rilanciato un video sui social che ritraeva l’ex ambasciatore israeliano in Italia, sotto il quale era scritta la frase: “Le parole di questo ebreo fanno rimpiangere l’incompleta missione di Hitler”. Ne è scaturito un putiferio, ma non nella sinistra, men che meno in Avs (che l’ha candidata in Campania), dove non s’è vista l’ombra di una riflessione.

Fayater è l’ultima di una serie di personaggi strampalati che Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni hanno portato alla ribalta, prima di lei, per esempio, Aboubakar Soumahoro e Ilaria Salis. Bonelli si è lanciato in una difesa acrobatica della sua candidata: “Vorrei che fosse chiaro che quelle non sono sue parole, sono la didascalia di un video in cui un israeliano dice cose tremende”. Certo ha commesso una leggerezza nel condividerlo, aggiunge Bonelli, ma “sono frasi scritte in piccolo, ovviamente da condannare, sarebbe stato molto grave se le avesse scritte lei, ma non è così”. Il livello del dibattito è questo: era scritto in piccolo.

L’altro personaggione di questi giorni è il consigliere del Pd al municipio 7 di Milano, Alessandro Corti, che si è lanciato sui social in una difesa della “resistenza armata di Hamas”, scavalcando così quasi tutti gli Stati arabi, che definiscono “terrorismo” l’attività di questi galantuomini. Ecco alcune perle: “Io l’ho capito che a tutti voi razzisti parte l’embolo appena sentite parlare in arabo. Hamas non è uguale all’Isis”, e infatti oggi è più pericoloso, di gran lunga più attivo e performante dell’Isis, che è stato combattuto e rintuzzato. Prosegue Corti, “uno può essere d’accordo o no a livello politico sui posizionamenti di Hamas” – posizionamenti che dovrebbero essere l’irruzione nelle case dei civili, la decapitazione dei bambini, la tortura delle donne – “ma questo non significa delegittimare la lotta armata, perché la lotta armata è legale dal punto di vista del diritto internazionale”. Queste tesi, che ha ribadito anche ieri, somigliano tanto a quelle dell’ayatollah Khamenei, secondo il quale il 7 ottobre è stato un atto di giustizia e di diritto internazionale.

Questi due personaggi hanno fortunatamente un peso politico trascurabile, ma sono molto significativi come indice del clima culturale, anche perché al momento la signora Fayater risulta ancora candidata per Avs, e il signor Corti non è stato strigliato né da Elly Schlein né da alcun dirigente Pd. Quindi ripetiamo la domanda: che cosa diavolo sta diventando la nostra sinistra? Un addentellato di Hamas? Vogliamo credere che non sia così, anche se la cronaca quotidiana conforta questa nostra preoccupazione…


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