Flotilla: la Procura indaga per “sequestro di persona”!
Giovanni Sallusti · 22 Ottobre 2025
Cari ascoltatori, la commedia della Flotilla si è arricchita di un tempo supplementare, proprio quando la pensavamo esaurita: oggi abbiamo assistito a un colpo di coda di questo psicodramma che ha tenuto con il fiato sospeso la bolla mainstream ed è stato celebrato a giornali unificati, prima che gli adulti, con Donald Trump in capo, imbastissero davvero una piattaforma di pace in Medio Oriente, a partire dall’adulto in capo, Donald Trump; ed emergesse così che quegli alfieri della pace nel mondo erano solo gli animatori di un estremismo pro-pal ideologico, scisso dalla storia.
Oggi la Procura di Roma ha aperto un’indagine contro ignoti per sequestro di persona e danneggiamento con pericolo di naufragio, per quanto accaduto ai 36 attivisti italiani della Global sumud flotilla, quando sono stati intercettati, abbordati e arrestati dalle forze israeliane.
L’indagine è stata aperta sulla base di una denuncia presentata da un team di avvocati degli attivisti, si è aggiunta poi una seconda denuncia da parte di un singolo attivista, tal Antonio La Piccirella, che ha accusato le autorità israeliane di tortura, riecheggiando Greta Thunberg che con dieci giorni di ritardo si è ricordata di presunte torture subite mentre era detenuta – per poche ore – in Israele, e tutto proprio mentre emergeva il dramma degli ostaggi, quelli sì davvero torturati. Ora, se queste cose fossero accadute davvero sarebbe grave, sia verso La Piccirella sia verso Greta, ma occorre che venga dimostrato.
Il fatto è che a odorare di surreale, come succede sempre con la Flotilla, è l’impianto generale della notizia: sequestro di persone e danneggiamento con pericolo di naufragio, con riferimento anche ai bombardamenti che le imbarcazioni avrebbero subito da parte di droni (se fosse stato vero la Flotilla non sarebbe esistita più…), nel qual caso non esiste prova che questi micro-episodi siano attribuibili a Israele, inoltre è certo che quei droni non volessero offendere davvero.
Ma il momento top è il sequestro di persone e il danneggiamento con pericolo di naufragio. Il nostro Codice penale (art. 244) prevede che sia contestato reato a chiunque compia atti ostili contro un altro Paese senza l’autorizzazione del governo: quindi al limite è agli esponenti della Flotilla che si potrebbe contestare qualcosa. A un certo punto, rinunciando alle ipocrisie su cui si era attorcigliato il mainstream, gli attivisti stessi dichiararono che l’obiettivo non era portare effettivamente gli aiuti umanitari (già in partenza molto esigui) alla popolazione civile martoriata di Gaza, altrimenti sarebbe stato più efficace farli passare per il collaudato canale del Patriarcato di Gerusalemme.
A costoro importava piuttosto “rompere l’assedio”, come dicevano loro, fare un’azione ostile contro un blocco navale in una zona di guerra creato da uno Stato alleato dell’Italia; blocco che per di più nel 2011 è stato giudicato legittimo dall’Onu, entità non esattamente favorevole allo Stato degli ebrei. Bene, questi qua volevano forzare il blocco incuranti di trovarsi in mezzo a una guerra anomala e delicata, fra l’esercito regolare dell’unica democrazia del Medio Oriente e un’orrenda banda di tagliagole nazi-islamici che usava la sua gente come carne da macello e scudi umani.
Israele li ha abbordati e arrestati – non sequestrati – perché stavano violando il blocco, li ha portati a terra e li ha tenuti lì per poche ore o pochi giorni. Se si sono verificati singoli casi di abuso su singole persone, andrà verificato. Ma è cosa diversa dipingere come sequestro di persona l’azione di Israele a tutela delle proprie operazioni contro i barbari di Hamas: va bene tutto, ma non è andata così. E noi non ci facciamo sequestrare il cervello.
