Su Israele gli arabi più lucidi dell’Europa
Alessandra Mori · 21 Ottobre 2025
In questa puntata di “Pop Economia-Rumore”, Alessandra Mori discute del piano di pace tra Israele e Palestina con il giornalista David Zebuloni, corrispondente da Israele di Libero, cronista di Makor Rishon, collaboratore di Bet Magazine Mosaico – il mensile della comunità ebraica di Milano – nonché una tra le voci più influenti del panorama giornalistico italiano sul Medio Oriente.
“Io credo che la vera svolta in Medio Oriente di cui si parla pochissimo – e non capisco per quale motivo – sia il riconoscimento di Israele avvenuto da parte di tutte le superpotenze arabe e locali: parliamo degli Emirati, dell’Arabia Saudita, del Qatar, che oggi nello Stato ebraico vedono un partner, che ritengono che Israele sia la chiave per rendere il Medio Oriente un posto migliore in termini economici e diplomatici, e che oggi riconoscono la vicinanza tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu. Una vicinanza che fa gola alle autorità saudite. Eppure, se da una parte Israele è vicina più che mai ai suoi vicini di casa, in Europa viene contestato e condannato, sembra essere diventato un tabù”.
“Tutto questo avviene perché la retorica diffusa in Europa fa sì che Israele diventi agli occhi degli occidentali inscindibile dall’azione politica di Netanyahu. Per fare un esempio: se il governo Meloni dovesse sbagliare, allora si direbbe che Giorgia Meloni ha sbagliato, non è stata l’Italia ad avere sbagliato. La stessa cosa vale in relazione a Trump e gli Stati Uniti. Per Israele invece no. Non si giudica il suo premier, la sua leadership, il suo esercito. La condanna che giunge dagli Stati europei è contro Israele a 360 gradi, riguarda complessivamente la sua società e la sua conformazione politica e istituzionale. È una riprovazione che non esiste in nessun altro conflitto dove, al contrario, si sa sempre scindere la leadership dalla popolazione e si divide scrupolosamente le cause di una guerra da quel che effettivamente succede sul campo di battaglia”.
“Quando si parla di conflitto di israelo-palestinese non si scinde mai nulla: si condanna Israele come entità globale. Ed ecco dunque spuntare l’antisemitismo, o antisionismo, a seconda delle varie definizioni. Se ci pensiamo bene, non esiste un anti-italianismo, mentre nel caso di Israele sussiste una tensione che va contro una popolazione specifica. Ed è un tipo di retorica che si sente in Europa e non, quasi per paradosso, presso le altre Nazioni del Medio Oriente. È un dato sul quale bisognerebbe aprire una profonda riflessione”.
