Piazze piene, urne vuote: che bufala i pro-Pal

· 6 Ottobre 2025


Cari ascoltatori, mai come stasera torna in mente un immortale aforisma della storia politica italiana coniato da un grande leader socialista, Pietro Nenni: “Piazze piene, urne vuote”. Questa frase, che ha incarnato la storia della sinistra quando ancora univa grandi battaglie ideali alla rappresentanza concreta delle istanze dei lavoratori, venne pronunciata all’indomani delle elezioni nazionali del 18 aprile 1948. All’epoca il Fronte Popolare – ovvero il gruppo di socialisti e comunisti, sostenuto dagli intellettuali di riferimento dell’epoca – prese una solenne batosta da parte della Democrazia Cristiana e dei partiti liberali, atlantici: l’Italia scelse di appartenere al mondo libero e non di stare sotto il tacco sovietico.

Questo aforisma straordinario racchiude in quattro parole anche l’analisi politica di oggi. Si è passati infatti dalle “piazze piene”, che hanno avuto il volto dell’estremismo in kefiah, del terzomondismo, dell’antagonismo e del radicalismo (non di rado violento) della sinistra pro-pal – ispirate al principio di Maurizio Landini della “rivolta sociale”, di sequestrare le stazioni e le autostrade e di accanirsi contro i lavoratori e gli italiani più deboli, piazze dove abbiamo visto ributtanti rivendicazioni del pogrom anti-ebraico del 7 ottobre, fra l’altro costate circa un miliardo agli italiani – alle “urne vuote” delle elezioni regionali nelle Marche e in Calabria.

In quest’ultima regione, dove si era ricandidato il governatore uscente Roberto Occhiuto, il centrodestra ha stravinto con circa il 58%: quasi 18 punti in più rispetto al gaffeur per eccellenza Pasquale Tridico, che tra l’altro non ha potuto votarsi nemmeno lui, perché non risiede in Calabria. Prima di questa tornata elettorale all’insegna dell’avanspettacolo del campo largo, Elly Schlein aveva dichiarato: “Siamo uniti, abituatevi a perdere perché vi sconfiggeremo da qui in poi, a partire dalle regionali”. Pronti via, 2-0 per il centrodestra.

Se nelle Marche Matteo Ricci aveva parlato solo di Gaza, e ovviamente non ha convinto gli elettori che quella proposta dovesse essere in cima alle loro priorità, in Calabria c’era stato un aiutino dalla Procura, tramite un tentativo di eliminazione per via giudiziaria dell’avversario. Oggi Occhiuto ha ottenuto una palese ri-legittimazione popolare e lo schiacciamento della sinistra politica sulle ragioni degli antagonisti pro-pal è stato di nuovo sbaragliato. E la morale è che queste elezioni regionali hanno dato nuovamente ragione a quel gigante di Nenni: per quanto le piazze del “campo stretto” possano riempirsi, le loro urne restano vuote. Chissà se i giornaloni lo racconteranno domani.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background