“Salvini come Kirk”. Pronti via, è subito odio
Giovanni Sallusti · 3 Ottobre 2025
Cari ascoltatori, la giornatona di sciopero generale di proteste per la Flotilla – notoriamente esigenza primaria di ogni italiano, prima ancora dello stipendio a fine mese – è cominciata all’insegna della serenità e del confronto civile: su una parete a Genova, in corso Europa, è apparsa infatti la scritta “Salvini come Kirk”. Ricordiamo che durante la scorsa puntata delle proteste si era letto “Meloni come Kirk”, e oggi è toccato al leader della Lega.
Entrambe le scritte saranno sicuramente state prodotte da singoli sbandati (o in gruppo), ma il ritorno del refrain dimostra che non ci sbagliavamo quando parlavamo, a proposito dell’omicidio politico di Charlie Kirk, di un clima diffuso anche al di qua dell’Atlantico: in Italia, quando c’è la convocazione di una protesta contro il governo, qualcuno auspica anche che qualche leader di destra faccia una brutta fine. Questa cosa ci dice molto della bolla ideologica che monopolizza le piazze e alimenta un clima d’odio politico e di criminalizzazione dell’avversario.
Questo clima si lega a una devastante involuzione culturale della sinistra, tanto da manifestarsi anche tramite le sue figure di riferimento: il capo del principale sindacato italiano, Maurizio Landini, ieri sera a “Piazza Pulita”, su La7, ha accusato Salvini di essere un fascista, spogliando così l’avversario della sua legittimità politica. Sostenendo di fatto le turbe di qualche psicopatico che poi va a scrivere “Salvini come Kirk”.
Landini ha replicato al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti che aveva dichiarato che chi sciopera oggi ne pagherà le conseguenze – con le seguenti parole: “Quella di Salvini è una minaccia fascista”. Questa è l’enormità passata in prima serata davanti a un Corrado Formigli adorante. Il fatto è che la “minaccia fascista” è aver ricordato l’illegittimità dello sciopero generale sancita dal Garante, essendo stato convocato in mancanza del preavviso di legge (e anche di civiltà minima) di 10 giorni. Salvini ha ribadito quanto previsto dalla legge n.146 del 1990, per cui si possono effettuare scioperi senza preavviso solo nei casi di difesa dell’ordine costituzionale. Evidentemente, con sprezzo del ridicolo, Landini ritiene che l’astensione generale dal lavoro per la Flotilla – la cui farsa nel Mar Mediterraneo è già finita – difenda l’ordine costituzionale. Cioè puro dadaismo.
Il Garante non la pensa così, e nei casi di scioperi illegittimi sono previste sanzioni disciplinari, proporzionate alla gravità dell’infrazione, nei confronti delle sigle che li hanno proclamati e (più leggere) per i lavoratori che vi aderiscono. Salvini ha aggiunto che porterà al Consiglio dei ministri la proposta di aggiornare queste regole e aumentare la soglia delle sanzioni, perché chi sbaglia paga. Una posizione politica che può piacere o no (a noi piace), ma sicuramente non si può dire che sia una minaccia fascista. Chi lo sostiene, sta continuando a gettare benzina sul fuoco dell’odio politico: dovrebbe fare i conti con la sua coscienza.