Fallaci e Magli, manuale (inedito) per l’occidente

· 24 Agosto 2025


In questa puntata di Alta tiratura Alessandro Gnocchi parla di una coppia d’assi nella difesa dell’Occidente: la scrittrice Oriana Fallaci e l’antropologa Ida Magli. Della Fallaci è uscita una nuova edizione di “Lettera a un bambino mai nato” arricchita con un capitolo inedito. Per il centenario della nascita di Ida Magli, il 20-21 settembre si terrà un convegno al Vittoriale, dove Gnocchi presenterà gli articoli pubblicati su Il Giornale e mai raccolti in antologia, in cui parla di integrazione impossibile, della fregatura dell’euro, dell’Unione europea inesistente, della democrazia inconcludente, e dell’islam indietro di secoli, inconciliabile con la cultura occidentale.

In calce alla nuova edizione del romanzo del 1975 di Oriana Fallaci è stata pubblicata la ristampa anastatica di un diario autografo del 1967, in cui si trova un canovaccio di quello che poi diventerà il romanzo, con un incipit diverso e una serie di note autobiografiche. Ma il nostro consiglio agli ascoltatori è di fare clic qui sopra e andare ad ascoltare la voce di Alessandro Gnocchi, che conobbe bene l’Oriana: ad “affibbiargliela” fu Vittorio Feltri – che ne fu grande amico – perché la scrittrice, in lite con il Corriere, aveva scelto di iniziare una collaborazione con Libero. E Feltri, fra tutti, decise di darle in pasto Gnocchi, suo malgrado il più attrezzato per esserne il curatore. Come potrete ascoltare, quella relazione professionale fu per lui un golgota privo di orari, ma anche un triello (con Feltri) di altissimo livello: per il carattere di Oriana e per il suo modo di operare, di prendersi cura del suo lavoro, per l’attenzione maniacale nei confronti del lettore, che travolgeva tutti coloro che entravano in contatto con la creazione delle sue pagine, un incrocio fra un’arrampicata sotto una luce accecante e una salva di frustate.

Alessandro Gnocchi riporta una quantità di aneddoti e di dettagli, alcuni inediti, che egli visse gomito a gomito (telefonico) con la Fallaci e di persona con Vittorio Feltri: il suo racconto è un gustosissimo e drammatico ritratto, ma soprattutto una lezione (a sei mani) di che cosa siano la devozione, il rispetto, di quale sia il costo della scrittura quando ha uno scopo, della consapevolezza che è indispensabile, del valore che non si regala e non si compra e non si vende, ma si spreme ed è una fatica immane, una tempesta in cui si rischia ogni dieci righe di annegare. E anche un racconto di umanità e di amicizia. Se i libri e il pensiero di Oriana Fallaci sono arrivati fino a noi, non sono invecchiati né superati, è grazie all’ossessione di cui si nutrono la lungimiranza, la visione; e alla pazienza intelligente di chi ha atteso a questo parto, e si è preso cura – per il tempo che l’Oriana ha trascorso a Libero fino alla sua morte – di questo amore fra la scrittrice, le sue opere e il lettore, turbolento e impastato di inchiostro, fame di verità, orgoglio, rabbia.

Di Ida Magli, Gnocchi racconta alcuni dettagli degli articoli “dimenticati” che lui stesso presenterà al convegno del Vittoriale. Andate ad ascoltare anche questa seconda parte. Personaggio non meno importante, lucido e visionario della Fallaci, la maggiore antropologa dal 1994 ha trattato, con analisi che sembravano quasi premonizioni, temi che oggi sono di dolorosa e impellente attualità.

Solo due esempi. La Magli – parliamo degli anni Novanta, molto prima dell’11 settembre – ce l’aveva con l’immigrazione islamica che riteneva non conciliabile con la civiltà occidentale. Diceva: per noi la legge è uguale per tutti, invece l’immigrato islamico segue un’altra legge, quella del Corano, e questo non è possibile. Il Corano poi introduce delle differenze tra l’uomo e la donna che per noi sono inaccettabili, abbiamo lottato proprio per eliminarle e ora ci rientrano. E il prezzo maggiore sarebbe stato pagato proprio dalle donne.

Un altro cavallo di battaglia, probabilmente il più importante, è la polemica contro l’Unione Europea: l’antropologa sosteneva che è impossibile fondare un’Unione con dove si parlano 26 o 27 lingue diverse; e che l’anima dell’Europa non sono le banche, non è l’economia, ma l’umanesimo. Non si può fare l’Europa partendo da chi comanda, perché poi comanda senza rispondere a nessuno. Sarebbe stato corretto invece stipulare accordi commerciali come ai tempi di Maastricht (e anche prima) e fermarsi a quello. La fregatura massima è l’euro: senza una moneta propria uno Stato non è sovrano, e se finisce con l’adottare la moneta di un altro Stato, perché l’euro in realtà è il marco, diventa servo di quello Stato. E attenzione: Ida Magli diceva queste cose, e ne svolgeva le conseguenze, prima che l’euro venisse approvato.

Ida Magli non potè godere della fama che ebbe Oriana Fallaci. Veniva da Repubblica e L’Espresso, però le sue idee sull’immigrazione, sull’Islam, sull’Europa e sull’euro a un certo punto non furono più in linea con quanto professato da quelle testate. Quando morì, nel 2016, i giornali per i quali lei aveva lavorato le dedicarono dei trafiletti in cronaca, nemmeno nella pagina di cultura, come a dire: questa traditrice non è nemmeno un intellettuale. Ida Magli è stata lo stesso la più grande antropologa italiana.


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