Chissenefrega delle mani pulite: hai rovinato Milano
Giovanni Sallusti · 21 Luglio 2025
Cari ascoltatori, oggi la frase clou di Beppe Sala, nell’aula del Consiglio Comunale di Milano a proposito dell’inchiesta ormai detta “Palazzopoli”, è stata: “Ho le mani pulite”, e non si è dimesso: questa è la prima cattiva notizia per Milano. La seconda è che rimane da commissariato e con un’agenda, se possibile, ancora più gretina e ideologica, schiacciata sul green. Ma la cosa interessante è che ha fatto proprio il vocabolario della sinistra più giustizialista, moralista e manettara: “le mani pulite”. Ma, caro sindaco, di quanto sono pulite le sue mani, chissenefrega.
Il punto, infatti, non è se Sala ha le mani pulite, perché il sindaco di Milano non è un amministratore di condominio, ma è il politico per eccellenza: ha il compito di amministrare, custodire, avere una visione sulla polis, fra l’altro in Italia la seconda per grandezza e la prima per l’economia. Per questo le sue vere responsabilità e le sue vere lacune non sono igieniche sulle mani pulite e neanche giudiziarie: sono politiche.
L’onestà del politico, diceva Benedetto Croce, non è nient’altro che la capacità politica, così come l’onestà del chirurgo non è nient’altro che la capacità di operare e curare: è dirimente saper gestire la Polis. È questo che interessa al cittadino, così come al paziente interessa che il chirurgo sia in grado di operare. Se fai il politico, a definire la tua onestà è anzitutto la tua capacità tecnica, perché è quella che fa crescere la città e il benessere dei cittadini. Sala può avere le mani pulite finché vuole, ma le ha messe un po’ troppo in tasca ai cittadini milanesi, soprattutto agli automobilisti: è il sindaco dell’area B e C, dei balzelli, del centro inaccessibile per fasce di popolazione che non hanno un’auto adatta a calmare le sue fobie green. Sala ha drammaticamente allargato il fossato tra la ztl e le periferie, spesso espropriate al controllo dell’autorità pubblica, per esempio il Corvetto. Ed è il sindaco che ha peggiorato la viabilità di Milano con provvedimenti ideologici, come la ciclabile che ha dimezzato la portata di corso Buenos Aires.
Sala ha abbandonato interi quartieri, così Milano è precipitata nelle classifiche della sicurezza ed è salita in cima in quelle della criminalità. Come ha insegnato lo storico sindaco di New York Rudy Giuliani con la sua teoria del vetro rotto, è una palla che il sindaco non c’entri con il tema della sicurezza. Il tema della sicurezza dovrebbe essere il primo.
Milano è stata abbandonata ai vetri rotti, alle zone di insicurezza e di impunità, e non solo nelle periferie. Per noi le mani del sindaco Sala sono pulite fino al terzo grado di giudizio, ma i milanesi non se ne fanno nulla. Il punto è la sua testa, la sua qualità di amministratore, che per noi è prossima allo zero.