Tasse su tasse: così Ursula si beve 58 miliardi nostri

· 17 Luglio 2025


Cari ascoltatori, frau Ursula von der Leyen ha presentato la sua proposta di bilancio per l’Unione europea, il nuovo quadro finanziario pluriennale (già così ricorda i piani quinquennali sovietici, d’altronde come ottica siamo lì). La sintesi è una gragnuola tasse per cittadini, imprese, famiglie, per esattamente 58,2 miliardi di euro. Per lorsignori di Bruxelles la fiscalità non è uno strumento di politica economica da dosare, ma una sorta di mania, di compulsione.

Il bilancio avrà una dotazione di 2 mila miliardi di euro, il più ambizioso mai proposto, ha detto Ursula. Quando Ursula e colleghi hanno ambizioni ci si gela il sangue: scollati come sono dalla vita dei popoli, preferiremmo che ne avessero poche e lasciassero in pace la dinamica spontanea della vita, dell’impresa, del mercato. Invece la presidente della Commissione ha spiegato che dobbiamo ripagare il nostro debito condiviso per la ripresa, il Next Generation Eu, lo strumento che serve a finanziare i Pnrr nazionali, che quindi col cavolo che erano a fondo perduto e non implicavano un conto da pagare.

Questo piano prevede 5 nuove fonti di entrate per i già tristemente nominati 58,2 miliardi. Andiamo a leggerle, sono sommamente istruttive. La prima è un adeguamento del sistema di scambio di quote e di emissioni, i “certificati per inquinare” che le imprese devono acquistare per poter produrre: burocrazia+paturnie green. La seconda è il meccanismo di aggiustamento alle frontiere del carbonio: un dazio sulle produzioni estere che non rispettano gli standard ambientali dell’Unione Europea. Ma allora il dazio non è malvagio in sé, lo è se lo applica Donald Trump, peraltro per rimediare a un surplus commerciale a sfavore anche a causa di politiche discutibili dell’Unione europea. Quelli di Ursula invece sono dazi buoni e santi.

La terza fonte di entrata è l’applicazione di un’aliquota uniforme al peso dei rifiuti elettronici non raccolti, sempre in ossequio all’ossessione green. La quarta è una mazzata a un intero settore: un’imposta aggiuntiva sulle accise dei prodotti del tabacco, che è un’industria, sono posti di lavoro. Infine la Commissione propone l’introduzione di una tassa sulle imprese che operano e vendono nell’Ue con un fatturato netto annuo di almeno 100 milioni di euro: qui diventa ancora più chiaro che la ricchezza è una colpa, lo è la creazione di posti di lavoro, e comunque è sempre un’opportunità per spolpare. Guai a incentivare le imprese che crescono: vanno spennate più delle altre. Ecco qua il bilancio pluriennale di Ursula, queste sono le fonti di entrata con cui si berrà 58,2 miliardi nostri. E qualcuno dice che esageriamo a parlare di eurosoviet…


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