Solo la Lega vota contro Ursula. Segniamocelo…
Giovanni Sallusti · 8 Luglio 2025
Cari ascoltatori, a volte la politica è una cosa semplice: non facile, ma semplice, nel senso che quando sono in ballo scelte profonde, visioni del mondo o di Europa alternative e incompatibili, la politica diventa lineare: o si sta da una parte o dall’altra. Nel caso di cui parliamo, o con l’eurocrazia o con un’idea di libera Europa dei popoli.
Ci riferiamo alla mozione di censura contro Ursula von der Leyen che verrà discussa giovedì all’Europarlamento, presentata dall’eurodeputato rumeno di Aur, vicepresidente del gruppo dei Conservatori e riformisti, Gheorghe Piperea. L’iniziativa è legata al caso Pfizergate, le modalità in cui durante la pandemia furono reperiti 1,8 miliardi di dosi di vaccino da Pfizer. L’Unione sostenne di voler accelerare a causa dei ritardi della fornitura di AstraZeneca: alla fine i negoziati per questa maxifornitura, con maxientrata per l’industria farmaceutica, furono condotti segretamente da Ursula von der Leyen in persona con l’allora amministratore di Pfizer, Albert Bourla, si disse attraverso uno scambio di sms.
Saputa la notizia, molte testate fecero pressioni per leggere e analizzare questi messaggi: d’altronde erano di interesse pubblico, trattandosi di miliardi dei contribuenti europei in un momento topico della pandemia. Ma l’allora prima Commissione von der Leyen si rifiutò di renderli pubblici, motivo per cui il New York Times le fece causa, sostenendo che rendere pubblici quei messaggi fosse un dovere. Tesi condivisa anche dal Tribunale dell’Unione europea, che ha dato ragione al New York Times in prima istanza.
La mozione ha senso perché quell’affare fu trattato in maniera lievemente opaca e Ursula è stata lievemente omissiva. C’è però anche un altro punto: il voto di sfiducia è un’occasione politica per esprimere dissenso da ciò che lei e la sua Commissione rappresentano.
Detto semplicemente: se tu sei contro il green deal, contro il progetto dirigista di transizione forzata, contro questo suicidio dell’economia europea in nome dell’integralismo green, che ha anche accelerato con la proposta dell’abbattimento del 90% di emissioni entro il 2040; se sei contro la follia che costringe i popoli europei, nella fattispecie gli strati più popolari, a cambiare auto e a riqualificare la casa per farle diventare “verdi”; per non dire delle aziende europee e italiane, già gravate dalla burocrazia, impantanate in procedure e cavilli green; ecco, se tu sei contro questo costrutto ideologico, è evidente che voterai per la sfiducia a Ursula.
Così come lo farai se sei contro il Rearm Europe, cioè il riarmo franco-tedesco nell’interesse dell’industria tedesca piegata dallo stesso green deal e nell’interesse dell’inverosimile bonapartista volontà di potenza francese: tutte cose che non tutelano i popoli europei, ma solo il declinante asse franco-tedesco che l’ha fatta da padrone per lustri. E lo farai se sei contro l’ipocrisia dell’Europa, per esempio rispetto al dossier russo-ucraino, che ha tenuto per anni una postura bellicista a priori rispetto a Putin, ma con soldi, risorse e tecnologia militare degli americani.
Se insomma sei un critico dell’Europa ridotta a gabbia eurocratica, coglierai la finestra politica e voterai la sfiducia. Ebbene, tra i partiti del centrodestra l’unico che giovedì lo farà è la Lega. Forse l’Italia è già allineata a priori al Ppe che ha dichiarato che voterà contro; Fratelli d’Italia è stato a lungo ondivaga, l’Ecr, il gruppo dei conservatori, dovrebbe lasciare libertà di coscienza; oggi un europarlamentare importante come Nicola Procaccini ha detto che voterà contro “per non fare un’assist alla sinistra”, una bella arrampicata logica. Alla fine, l’unico partito nitidamente contrario a Ursula von der Leyen e all’agenda che abbiamo riassunto è la Lega. È un dato politico saliente che converrà appuntarci.