Ammazzare cantando bella ciao: ecco il woke
Giovanni Sallusti · 12 Settembre 2025
Cari ascoltatori, come sapete è stato arrestato il killer di Charlie Kirk, l’ha annunciato il Donald Trump in un’intervista a Fox News, e rileviamo che, nonostante il giovane oggi in manette sia stato individuato come responsabile dell’omicidio (lo ha confessato al padre, il quale ha chiamato le autorità), l’estremista & calpestatore della Costituzione Trump ha continuato a definirlo “presunto”, perché nell’ordinamento giudiziario anglosassone nessuno è colpevole fino alla condanna definitiva.
L’assassino si chiama Tyler Robinson, ha 22 anni, risiede nello Utah e non risulterebbe parte di una rete, per cui si tratterebbe di un isolato delitto di odio ideologico. Ma la parte più interessante è la narrazione con cui Robinson ha “condito” l’atto omicida: ci riferiamo agli slogan trovati incisi sui proiettili sparati per uccidere Charlie Kirk. Uno è “Hey fascista, beccati questo”, rivolto all’obiettivo della sua follia. Il secondo è “Se leggi questo sei gay”, probabilmente per irridere le posizioni anti-gender della vittima. E poi un terzo, forse il più significativo: “Bella ciao, ciao, ciao”, il canto ormai del tutto destoricizzato usato dagli antifà ciondolanti in assenza di fascismo globali, America inclusa.
Questi messaggi raccontano una variante parodistica, tragicamente perché lascia cadaveri sul selciato, di un fenomeno novecentesco, che persone come Pier Paolo Pasolini, Leonardo Sciascia, Ennio Flaiano, il fiore dell’intelligenza libera e non intruppata, chiamavano “fascismo degli antifascisti”. È un tarocco ideologico che connota la storia del progressismo occidentale dal dopoguerra a oggi. L’attuale versione è il woke, come mostra il messaggio “Se leggi questo sei gay”, un’opposizione arcobaleno alle tesi di Kirk: non più solo non con la parola, ma con il piombo.
Oggi tutto questo è ulteriormente fuori dalla razionalità, sia umana, sia storica: il vecchio fascismo degli antifascisti, sempre contraddittorio, ideologico e forzato, attecchiva almeno sulle ferite fresche della Seconda guerra mondiale, su una tragedia totalitaria reale che aveva anche partorito eredi che la rivendicavano. Era una follia ideologica che attecchiva su un elemento di realtà. Oggi è rimasta solo la follia ideologica.
Robinson, insomma, pensava di compiere un fiero atto antifascista e ne ha compiuto uno intrinsecamente fascista: l’essenza di ogni totalitarismo, in qualunque versione, inclusi comunismo e islamismo, è eliminare l’altro per le sue idee, in quest’ultimo caso accusandolo di fascismo, un cortocircuito completo.
Il fascismo degli antifascisti è un ginepraio linguistico che peggiora sempre: Sciascia, Pasolini e Flaiano lo irridevano, ma oggi si è ripresentato ancora più astorico e delirante, e il suo vestito è il woke: ammazza gli avversari politici, ne incarna la quintessenza moderna e come tale va combattuto radicalmente.