Ci mancava l’autolesionismo del prete pro-pal
Giovanni Sallusti · 23 Giugno 2025
Cari ascoltatori, ci mancava il prete pro-pal, che poi calato nella cronaca approda a essere il prete pro-islamisti. Ecco la cronaca: don Rito Maresca, parroco di Mortora, frazione di Piano di Sorrento, provincia di Napoli, ha celebrato la Santa Messa con i colori della bandiera palestinese – rosso, verde e nero – disegnata sopra la tonaca bianca, e poi ha spiegato sui social questa scelta: “Dobbiamo imparare a schierarci, non contro qualcuno, non con violenza, ma per difendere la vita e per difendere chi non può difendersi. È vero che ci sono tante guerre, ma a Gaza non c’è una guerra, ma un massacro di civili. È vero che il 7 ottobre è stata una carneficina, un crimine contro l’umanità, ma da allora in poi Israele ha avviato una campagna di morte e distruzione senza proporzione, quella di Gaza non è o comunque non è più (se mai lo è stata) una guerra, una pulizia etnica, un vero e proprio genocidio”.
Questa ricostruzione, con tutto rispetto di Don Rito, è per lo meno parziale: a Gaza purtroppo va in scena anche un massacro di civili, ma per capire i fatti va messa in premessa la causa prima di questo massacro, cioè la volontà dei gerarchi nazi-islamici di Hamas, che come hanno loro stessi dichiarato, cercano il sangue dei civili, il sangue delle donne e dei bambini palestinesi. E dopo il 7 ottobre, che è stato un pogrom, è scattata una guerra di reazione.
Ma il parroco ci ha sottoposto ulteriori riflessioni: “Quest’anno non riuscivo a togliermi dalla mente quei corpi spezzati non sull’altare, ma sotto le bombe, tra le macerie”, e su questo ha perfettamente ragione: pensiamo solo a un’immagine simbolo del 7 ottobre, quella ragazza israeliana con le gambe spezzate, priva di conoscenza, trascinata su un camion dai sicari di Hamas a Gaza, con parte della popolazione che applaudiva, esultava: anche queste sono scene dell’orrore.
Ha proseguito Don Rito: “Nel frattempo Israele, con la complicità attiva degli Stati Uniti e il silenzio codardo di molti governi europei, esporta la guerra anche in Iran, distraendo il mondo da ciò che accade in Palestina”. Scusi Don Rito, questo proprio non si può dire: è l’Iran che esporta guerra in Medio Oriente, quasi sempre per colpire lo Stato degli ebrei, e non dal 7 ottobre, ma dal 1979, da quando è nata la Repubblica islamica dell’Iran, che, per inciso, perseguita anche i cristiani. La visione apocalittica, millenaristica dell’islamismo sciita, la cui prima postilla è la cancellazione dello Stato degli ebrei dal mappamondo, è il motivo che ha mosso l’offensiva, anche quella americana: per impedire che chi ha questa piattaforma valoriale potesse avere e quindi lanciare una bomba atomica. Una piattaforma che ovviamente non c’entra nulla con quella di Don Rito, che a maggior ragione dovrebbe rifletterci.
L’Iran e il terrorismo in Palestina sono collegati, e oggi quella bandiera rimanda anzitutto ai tagliagole di Hamas, finanziati, organizzati, armati e guidati dall’Iran. È un fronte unico, e – don Rito ci pensi – non l’ha aperto Israele.
(Foto da gaeta.it)