Contro woke e islamismo. Le nomine trumpiane di Salvini

· 15 Maggio 2025


Cari ascoltatori, su tutti i siti e su tutti i giornali sono già comparse le nuove nomine, frutto del Consiglio federale della Lega che si è tenuto oggi. Si tratta dei vicesegretari di Matteo Salvini: sono stati confermati Claudio Durigon e Alberto Stefani e sono stati nominati gli europarlamentari Silvia Sardone e Roberto Vannacci.

Immaginiamo che domani sui giornaloni imperverseranno retroscena gossipari e interpretazioni malevole: tipo che la nomina di Vannacci si inserisce nel risiko con Salvini, e che la Sardone è la prima donna a coprire un ruolo di questo tipo nella Lega, che però è un’ottima notizia. In ogni caso, se ne andrà perso il senso politico, che è importante ed è il seguente.

Le conferme di Durigon e Stefani hanno una ratio politica perché sono uomini anzitutto di territorio, saldati alle istanze concrete dei cittadini, una delle ragioni sociali storiche della Lega. Sui nuovi nomi, invece, sarà bene sottolineare l’agenda politica da cui sono emersi, perché si tratta di due elementi non banali e dal punto di vista valoriale affatto edulcorati. Quell’agenda è chiara: contro il politicamente corretto e contro la cappa dell’ideologia woke, l’autoritarismo intellettuale che attanaglia il mondo libero dall’interno. Questa è la principale bussola dell’impegno del generale Vannacci: il contrasto all’autoritarismo politicamente corretto.

Poi c’è la questione della nostra identità, la consapevolezza che non dobbiamo vergognarci di essere italiani, europei e occidentali, anzi dobbiamo rivendicarlo ed esserne fieri; così come dobbiamo essere orgogliosi della differenza e dell’anomalia culturale che l’Occidente rappresenta nella storia del mondo.

Entrambi i vice segretari sono centrati su questi valori e, in filigrana, da essi discende un altro punto dell’agenda: il no radicale e senza compromessi a qualunque progetto di islamizzazione dell’Europa, perché il pericolo è qui e ora e non bisogna distogliere l’attenzione. Ci sono periferie di metropoli europee che rischiano di vivere sottomesse alla sharia, e fra esse molte periferie italiane: Silvia Sardone ne ha fatto una battaglia quotidiana, a partire dal monitoraggio di un rischio che ci riguarda tutti e in particolare tutte, perché è scomodo e impegnativo occuparsi della condizione concreta della donna in quelle comunità fondate sull’islam più retrivo. E infatti Silvia Sardone ha ricevuto minacce terribili, anche di morte, da parte di gruppi fondamentalisti, di esaltati, di sbandati, che sono anche più pericolosi.

Non è banale anche il fatto che i due nuovi vice siano europarlamentari: indica la consapevolezza di quanto sia decisiva la battaglia in Europa per smontare le ideologie eurocratiche nell’interesse dei popoli, in primis il green deal, il più grande caso di suicidio economico che una classe dirigente abbia mai partorito; e la battaglia sul free speech, che nel nostro continente è davvero a rischio, come sostiene il vicepresidente americano J.D Vance. Pochi giorni fa, al direttore del Tempo Tommaso Cerno è stato impedito di intervenire a un panel europeo sulla libertà di stampa in Italia: non è stato giudicato degno perché non appartiene alla stampa dei buoni & giusti. E anche su questo tema Vannacci è sempre stato in prima linea.

Poi c’è la battaglia per la pace, decisiva sull’idea di Europa che si vuole: succube del riarmo franco-tedesco oppure attore geopolitico che dà un’intelligente sponda al lavoro dell’amministrazione americana. Insomma, questa agenda di battaglie, in cui sono impegnati i due europarlamentari, è di fondo un’agenda trumpiana, alla quale la Lega si conferma il soggetto politico più affine. Ed è quella che, nonostante i tentativi del mainstream di ridurla a caricatura, oggi dà le carte nello scenario politico mondiale.

I nomi di Silvia Sardone e di Roberto Vannacci confermano la non timidezza, anzi l’insistenza con cui la Lega prosegue su questa strada: con buona pace delle anime belle, è un’ottima notizia.


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