L’Italia come il Bangladesh: ripudia le donne

· 3 Ottobre 2024


Cari ascoltatori, la sottomissione di cui parla Michel Houellebecq è a casa nostra. Ieri sera alla trasmissione “Fuori dal Coro” di Mario Giordano è stata raccontata una storia agghiacciante, ripresa oggi da La Verità con il titolo “Sharia nei municipi italiani: accettato il ripudio islamico”.

Il fatto avviene ad Ancona: una ragazza del Bangladesh, nome fittizio Jasmine, è costretta a 15 anni a un matrimonio forzato. Il marito, racconta Jasmine, la picchia e la segrega in casa, finché lei denuncia l’uomo per maltrattamenti e viene mandata a vivere in una struttura protetta con dei bambini minorenni. Quando i suoi avvocati chiedono i documenti che riguardano il matrimonio per trarre fuori definitivamente la donna da questo inferno, ne scoprono uno trasmesso dal Bangladesh e registrato dal comune di Ancona. Il Comune precisa che non si tratta di registrazione ma di “annotazione”, ma il fatto è che questo documento ufficializza la pratica del ripudio islamico, cioè del divorzio unilaterale, detta talak, prevista dalla sharia.

In pratica, un Comune italiano ha accolto come ricevibile una pratica codificata secondo la quale se una moglie viene ripudiata dal marito tre volte, il matrimonio è automaticamente sciolto e la moglie cacciata. Il sindaco di Ancona Daniele Silvetti e il dirigente dei servizi anagrafici, raggiunti dalla troupe di “Fuori dal coro”, hanno sostenuto che per legge non è possibile rifiutare un’annotazione. Ma in questo caso non è in gioco il valore delle formule tecnico-burocratiche: in nessun caso può essere accettata in un ufficio pubblico italiano la pratica del ripudio islamico, è un’ovvietà.

La troupe ha anche rintracciato il marito bangladese, che ha detto: “A mia moglie piace andare in giro come te, con i capelli sciolti e senza velo, ma la mia legge è altra cosa”. Cioè la sharia islamica islamica, che ieri abbiano visto sdoganata alle nostre latitudini. Se fatti come questo non fanno suonare una sveglia…


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