“Repubblica” sbrocca perché in Francia c’è la democrazia
Giovanni Sallusti · 24 Giugno 2024
Cari ascoltatori, ogni volta che pensiamo che Repubblica non possa superarsi, lo fa: imbastisce ogni volta qualcosa di più surreale e involontariamente satirico. Oggi a pagina 4 del quotidiano abbiamo un reportage sulla sfida elettorale francese: “La Francia in crisi di nervi, depressione e insonnia con il rischio trionfo Le Pen”. E sotto: “L’allarme degli psicologi prima del voto, le tensioni in famiglia, tra amici e sul lavoro sono esasperate. È panico da democrazia in pericolo”. Siamo oltre l’ecoansia, siamo alla demo-ansia: perché potrebbe vincere il partito di gran lunga più votato dai francesi alle europee.
L’articolo di Anais Ginori è anche meglio: “Coraggio”. “Grazie anche a te”. Sarebbe quello che si dicono due papà nel cortile della scuola mentre c’è la festa scolastica. “Non riesco a immaginare come mi sveglierò l’8 luglio, è anche il mio compleanno”. Il racconto del segugio sguinzagliato a indagare continua con le psicosi che si agitano in Francia o, meglio, nella zona più centrale di Parigi: “La domenica 7 luglio provoca un senso di vertigine e secondo diversi psicologi sta provocando un’impennata di sintomi come depressione, stress, tachicardia, insonnia”. E tutto perché Marine Le Pen potrebbe vincere.
A un certo punto la giornalista sembra pentirsi e confessa che “la scuola vicino a Place des Vosges non è un buon osservatorio per tastare il polso del Paese”; però poi riprende a tastarlo come niente fosse. Cita il sociologo Jérôme Fourquet: “Nei pranzi di famiglia, davanti alla macchinetta del caffè in ufficio, al bistrò dell’angolo, a dominare è ormai la griglia di lettura del Rassemblement”. E questo crea un panico da democrazia sotto minaccia. Parla anche Sébastien Pellissier, psicologo a Marsiglia, il quale sostiene che “a un certo punto della consultazione quasi tutti i pazienti affrontano questa situazione. E sono persone che non avevano mai parlato di politica”. Avevano altri problemi, personali, familiari, ma adesso è tutto un confessare la demo-ansia allo psicologo di Marsiglia. E ancora: “C’è chi ha pianto sentendo l’annuncio in tivù delle elezioni, chi si rifugia nell’alcol o negli ansiolitici per dimenticare”. A non farsene una ragione è anche il sociologo Rémy Ogdouri: “Il paradosso è che stavamo entrando in un periodo in cui era possibile godersi l’arrivo dell’estate, le vacanze, gli Europei e poi le Olimpiadi”: cioè avevamo una bella estate con tanti eventi sportivi, e questo pazzo di Macron convoca le politiche perché è stato stracciato e così va a rovinare tutto, è una tragedia nazionale. “Potrebbe essere uno dei più grandi shock da decenni”, sottolinea la politologa Chloé Morin, “la carica emotiva è molto forte e divora gli argomenti anche più razionali”.
È veramente crisi di nervi collettiva in Francia? Meglio dire che è crisi di nervi collettiva di questi quattro intellettuali sentiti da Repubblica, altrimenti saremmo di fronte a un caso di schizofrenia (unica patologia psichiatrica non citata in quella pagina): ce li vedete i francesi che si danno all’alcol, non guardano gli Europei, hanno crisi di tachicardia perché potrebbe vincere il partito che più di un terzo di loro ha recentemente votato? Non si riesce più a starci dietro, al “giornalismo del ceto medio riflessivo”: vorremmo dire ai colleghi che la crisi di nervi probabilmente è dentro di loro, e vorremmo aiutarli. Sconsigliamo loro di cedere (ulteriormente) all’alcol e al panico da democrazia: piuttosto parlino con qualcuno bravo e competente. Ma in cuor nostro speriamo che non lo facciano, perché queste paginate ci rallegrano le giornate.