Salvini a Radio Libertà / “Hannoun dentro per terrorismo: ora i pro-pal chiedano scusa”
Giovanni Sallusti · 27 Dicembre 2025
Speciale post-natalizio a Radio Libertà: il segretario della Leg, vicepresidente del Consiglio e ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha chiacchierato con il direttore Giovanni Sallusti dell’arresto di Mohammad Hannoun, delle cantonate pro-pal e del conflitto a Gaza, dello scandalo della “famiglia nel bosco”, delle trattative per la pace in Ucraina, del ruolo geopolitico di Donald Trump; e anche della soluzione delle sue vicende giudiziarie e del Ponte sullo Stretto.
“Mi pare che si siano alcuni milioni di ‘fenomeni’ che ora dovrebbero chiedere scusa: Mohammad Hannoun – l’idolo dei pro-pal che hanno bloccato l’Italia, hanno devastato città, la stazione centrale di Milano, hanno bloccato le autostrade, hanno invaso i binari ferroviari, tutto contro il ‘genocidio’ – secondo gli investigatori sarebbe un finanziatore del terrorismo. Quindi c’è qualcuno che non ha capito niente, che evidentemente era in piazza dalla parte sbagliata. Io spero che il processo di pace prosegua ‘nonostante’ i pro-pal, perché se oggi, 27 dicembre, a Gaza e a Tel Aviv non volano missili e c’è qualche problema in meno, scorre meno sangue, non è grazie alla flotilla, a Francesca Albanese, a Greta Thunberg, a Elly Schlein, ma è grazie a Donald Trump e alla buona volontà dimostrata da palestinesi e israeliani”.
“La famiglia nel bosco? Non avrò pace fino a che non troveremo il modo legale di riportare a casa quei bimbi. Togliere i figli ai genitori deve essere l’ultima delle opzioni sul tavolo, se di mezzo ci sono droga, o violenza, o abusi sessuali. Ma sul metodo educativo, le scelte sulla salute, sulla scuola, sulla socialità, no: oggi 16mila famiglie italiane hanno scelto l’home-schooling, che facciamo, li portiamo via tutti perché qualcuno ritiene che i bambini siano dello Stato? È orribile, è sovietico. L’hanno fatto perché ‘non socializzavano’ e potevano ‘diventare dei bulli’? Chi dice queste cose vada sulle metro o in certe periferie, e faccia due chiacchiere con i tredicenni armati di coltello che fanno stupri di gruppo: magari hanno avuto tanta socialità, però non hanno mai incontrato un assistente sociale”.
“Mi sembra che le recenti parole di Zelensky rappresentino la voglia di mettere fine a un massacro sempre più insensato. Per me è ovvio che l’Ucraina non può vincere la guerra sul campo, né la Russia può conquistare l’Ucraina. Quindi bisogna trovare un punto di accordo che fermi le armi. Poi la soluzione territoriale la dovranno trovare Zelensky e Putin accompagnati da Trump, di certo non Macron, Starmer, Merz o Kallas. Piuttosto, spero che non intervengano guastatori occidentali cui conviene di più la prosecuzione della guerra, la fabbricazione e la vendita di armi, magari per riconvertire settori industriali che grazie a Bruxelles sono stati messi in ginocchio…”.
