Il regalo di Natale di Trump: bombe sull’Isis che stermina i cristiani in Nigeria

· 26 Dicembre 2025


Cari ascoltatori, il regalo di Natale più bello è senza dubbio quello consegnato da Donald Trump ai tagliagole sterminatori dell’Isis in Nigeria, ve lo illustriamo con le parole rilasciate da lui stesso poche ore fa sui social network: “Questa sera, su mia indicazione in qualità di comandante in capo, gli Stati Uniti hanno lanciato un potente e letale attacco contro la feccia terroristica dell’Isis nel nord ovest della Nigeria, che ha preso di mira e ucciso brutalmente principalmente cristiani innocenti, a livelli che non si vedevano da molti anni e persino da secoli. Avevo già avvertito questi terroristi che, se non avessero smesso di massacrare i cristiani, ne avrebbero pagato le conseguenze, e questa sera è stato così. Il Dipartimento della guerra ha eseguito numerosi attacchi perfetti, come solo gli Stati Uniti sono in grado di fare. Sotto la mia guida, il nostro Paese non permetterà al terrorismo islamico radicale di prosperare. Che Dio benedica i nostri militari e buon Natale a tutti, compresi i terroristi morti, ce ne saranno molti altri se continueranno il loro massacro di cristiani”.

L’iniziativa militare ha preso di mira postazioni dello Stato islamico nella provincia dell’Africa occidentale, che ultimamente ha scalzato Boko Haram in vetta alla gerarchia dell’orrore, scalando le macabre classifiche di quello che ormai da lustri è a tutti gli effetti un genocidio dei cristiani. Genocidio non nel senso etnico, ma nel senso del massacro sistematico di un tipo umano, culturale e religioso, cioè il cristiano in Nigeria.

Sono 52 mila i cristiani di Nigeria uccisi perché cristiani dal 2009 a oggi per mano di galantuomini islamisti assortiti, prima Boko Haram, adesso l’Isis: in quel Paese, se sei cristiano hai 6,5 probabilità in più di morire di morte violenta, è una vera caccia islamista. Il capo del mondo libero ha deciso, in quanto leader occidentale, che in nessuna parte del mondo può esistere una mattanza dei cristiani: sarà atipico e lontano dal gergo diplomatico, ma è a tutti gli effetti un defensor fidei dei cristiani che porta tutto il peso della potenza americana dove essi sono perseguitati.

Questa non è certo l’immagine di un’America in ritirata o isolazionista, ma di un’America che con Trump è decisa a tornare grande (per dirla con le sue parole), presente in modo assertivo, anche militare, e letale quando vanno in scena degli orrori inaccettabili.

E intanto l’altra parte dell’Occidente, l’evoluta, la colta, la diplomaticamente corretta Europa, rispetto al massacro dei cristiani in Nigeria si è sempre girata dall’altra parte, nonostante il nostro sia il continente culla della cristianità anche prima che del Cristianesimo. Ebbene, questo defensor fidei d’oltreoceano col tupè si ricorda della cristianità molto di più degli illuminati governanti europei: colpendo duramente postazioni e terroristi dell’Isis ha dato un avvertimento a queste canaglie, se il massacro non verrà fermato, l’impegno militare americano continuerà. Tutte buone notizie.


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