Nuovo cinema pro-pal: ci mancava il film della Albanese!
Giovanni Sallusti · 22 Dicembre 2025
Cari ascoltatori, visto che qualche intellettuale sciroccato pro-pal aveva proposto Francesca Albanese per il Nobel per la pace, ci aspettiamo che a qualcuno venga la balzana idea di proporla per l’Oscar. Non è una provocazione gratuita. È notizia di queste ore che, fra i suoi molteplici talenti, l’Albanese coltiva anche una certa confidenza con la settima arte. È infatti stata distribuita in Italia, da Mescalito Film, la pellicola “Disunited Nation” del regista Christophe Cotteret, che è – la locandina presenta una gigantografia del profilo della nuova guru delle truppe pseudo-progressiste – una sorta di riepilogo della tragedia mediorientale degli ultimi anni, vista e filtrata esclusivamente dalla sua ottica, notoriamente plurale, equilibrata e molto attenta a soppesare tutte le ragioni in gioco (risate in sala).
Leggiamo dal sito di Mescalito Film: “Nel marzo 2024 Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, ha denunciato un genocidio a Gaza”, con l’enfasi di chi sta canonizzando una voce solitaria che risuona di coraggio in mezzo a un conformista coro diplomatico-intellettuale tutto schierato a fianco dello Stato degli ebrei. “Seguendo i suoi passi tra missioni, incontri istituzionali e pressioni politiche”, in pratica nel pantheon fra De Gaulle e Churchill – anzi no, quei due erano vecchi colonialisti occidentali – “questo documentario ci porta nel cuore della crisi delle Nazioni Unite, messe di fronte alla propria incapacità di impedire il massacro dei civili”.
Immaginiamo non si riferisca al massacro dei civili ebrei del 7 ottobre, sequestrati ,sgozzati, torturati, decapitati in quanto ebrei: si deduce che la pellicola consista in una sorta di stroncatura dell’Onu per non essere stata abbastanza, anzi esclusivamente, dalla parte palestinese: cioè con le ragioni di Hamas, che era il detentore del potere in loco, fatto salvo il dramma quotidiano della popolazione che nessuno nega e lacera qualunque coscienza degna di questo nome.
Apprendiamo anche, da una delle schede del film che circolano in rete, che fra le imprese diplomatiche della relatrice poco speciale si contano anche degli incontri con interlocutori arabi che l’hanno accolta con una certa freddezza, una cortesia formale cui non è seguita alcuna sponda alle sue richieste: gli stessi arabi, altro che Netanyahu, erano i primi a coltivare scetticismo verso l’ottica dell’Albanese.
Questa imperdibile pellicola godrà di un vero un tour di presentazione anche in Italia, con la partecipazione della guru in carne e ossa, dal 3 al 5 gennaio, a Roma, a Napoli e a Bologna. Dunque, mettiamo a referto la scoperta dell’ennesimo talento della madonna pellegrina delle truppe pro-pal, quello cinematogafico oltre che quello in favore di videocamera, come già hanno raccontato il Tempo e il Giornale, quando ella si collegava volentieri a convegni dove era presente il gotha di Hamas. Ma ora attendiamo l’Oscar.
