“Parlando liberaMente” con Tommaso Cerno / Open Arms: processo farsa, costi certi
Giovanni Sallusti · 20 Dicembre 2025
Questa settimana, a “Parlando liberaMente”, la nostra intervista settimanale con i protagonisti della politica, dell’attualità, del giornalismo, Giovanni Sallusti discute con Tommaso Cerno, direttore responsabile de Il Giornale, dell’assoluzione definitiva di Matteo Salvini sancita dalla Corte di Cassazione sul caso Open Arms e della dichiarata costituzione di partiti islamisti in Italia, secondo il progetto politico dei Fratelli musulmani.
“Questa accusa surreale è rimasta in piedi per ben sei anni: secondo i pm, in sostanza, lo Stato italiano ha il dovere di far entrare chiunque. La sinistra immigrazionista, spinta dalle toghe rosse, ha scelto di fare opposizione al governo Meloni attraverso processi basati su capi d’imputazione strampalati, tanto che l’avvocato Giulia Bongiorno ha dichiarato che nemmeno si doveva andare a giudizio. Anche perché – ricordiamoci – sono gli italiani a pagare il processo contro Salvini, mica i migranti o le associazioni che li accolgono o i terzomondisti di Alleanza Verdi-Sinistra. Tra pochi giorni sapremo quanti soldi è costato ogni giorno del procedimento, ma dovrebbero gli stessi magistrati che hanno intasato la macchina della giustizia sul nulla a risarcire questi costi. Resta il fatto che, a prescindere dall’esito positivo finale, l’agibilità del vicepremier è stata limitata e le sue scelte politiche sono state influenzate da questa pesante ipotesi di reato contro le persone”.
“Il Senato, all’epoca a maggioranza centrosinistra, mandò Salvini a processo per dare politicamente il colpo di grazia al leader della Lega che era appena uscito da un governo. E i giornaloni non hanno messo in prima pagina l’assoluzione perché – essendo complici del lungo tentativo di abbattere un segretario di partito – appena hanno scoperto di avere scritto una marea di fregnacce: così hanno fatto finta di non averle mai dette e hanno optato per l’occultamento di una notizia importantissima. È naufragato il processo madre cui erano attaccate le flotille di piccolissimi processi che rimandano indietro i migranti destinati ai centri in Albania perché manca un timbro, che fanno uscire fuori dal Cpr un imam che può sostenere che bisogna sterminare gli ebrei e che bisogna favorire la poligamia e la sharia in Italia, dove è vietata. Tutti soggetti che fanno politica attraverso una serie di forme che non appartengono alla politica, forme extraparlamentari, riguardano la piazza e i tribunali”.
“La prima lista elettorale islamica è nata nella piccola Monfalcone e ha preso quasi il 4%. Adesso ne è nata una a Roma e ha già annunciato di volersi candidare al Campidoglio. Si tratta di un progetto politico dei Fratelli musulmani – in Francia è già avanzato – che prevede di interpretare il Corano come fosse la legge, pretendendo di cambiare il senso della democrazia. Questa forma politica arriverà alle elezioni in tante città e forse anche al voto per il prossimo Parlamento. E la sinistra si vuole alleare con loro, essendo tanti i musulmani in Italia, e tentare un blitz sulla facilitazione della cittadinanza nel nome dell’integrazione. Quella stessa sinistra che predicava il femminismo e la difesa dei diritti della comunità Lgbt adesso sta con quelli mettono le donne nei recinti e impiccano i gay. Sono disposti a una retromarcia culturale totale pur di avere i voti e tentare di vincere. E non parlatemi di islamismo moderato, perché io noto sempre di più un islamismo che afferma il principio di supremazia culturale sulla democrazia ospitante in crisi. Di fronte a questo pericolo, i conservatori sono i veri custodi del progresso più di qualità, che nei secoli è durato più a lungo, che noi chiamiamo tradizione. Insomma: oggi i progressisti veri guardano a destra, mentre i fanatici e radicali si stanno spostando verso le teocrazie di importazione”.
