Se “libera informazione” è ignorare le sentenze
Giovanni Sallusti · 18 Dicembre 2025
Cari ascoltatori, chiunque segua la cronaca sa che la notizia di queste ore è l’assoluzione definitiva di Matteo Salvini per il caso Open Arms: la Cassazione ha confermato che il fatto non sussiste e che quindi l’azione dell’allora ministro degli Interni derivò da una legittima scelta politica in tema di gestione dei flussi migratori. Parallelamente, ricordiamo l’altra notizia di questi giorni, al centro del mainstream progressista: lo sfregio inaccettabile alla democrazia per cui due aziende editoriali private potrebbero passare di mano, come se vivessimo addirittura in una società di libero mercato e non teleguidata da un politburo a sua volta teleguidato da lorsignori…
Ci riferiamo allo psicodramma della trattativa tra il gruppo Elkann e i potenziali compratori di Repubblica e della Stampa. Anzi, forse solo di Repubblica, perché pare che al magnate greco Theo Kyriakou La Stampa non interessi proprio. E tutto questo mentre lo stesso John Elkann dichiara incedibile la Juventus “per la nostra storia e i nostri valori”. Sta di fatto che la Juve è un asset non cedibile e La Stampa sì.
Dal quotidiano piemontese hanno fatto partire una certa caciara, un’inondazione di comunicati del Cdr, in cui i colleghi hanno tenuto a insistere sul fatto che il loro giornale è un presidio irrinunciabile di democrazia e un patrimonio della libertà di stampa, della libertà di informazione, perfino “custode dei valori costituzionali”, con uno scivolamento della frizione retorica.
La Stampa è certamente una testata che ha avuto un ruolo nella storia italiana, per cui abbiamo pensato di andare a vedere come questo organo di libera informazione che dà lezione di giornalismo tratta la notizia clou di queste ore, l’assoluzione di Matteo Salvini. E in prima pagina non c’è. Ci sono l’esposizione “Arte, corrida e comunismo: il Novecento di Picasso”; “Lavezzi: i risotti di Vanoni, con Bertè amore e delirio”; l’amarcord del campione del Torino Gigi Meroni; c’è anche Occhiuto pronto per Forza Italia. Tutti temi di valore, sia chiaro, ma ma reputiamo che l’assoluzione di Salvini avesse almeno pari dignità. All’interno non va meglio, perché per arrivare a vedere la notizia di Salvini assolto bisogna attraversare tutti i temi possibili e sfogliare fino a pagina 22, dove, dotantosi di microscopio, è possibile scorgere un piccolo box con poche righe: “Open Arms assoluzione definitiva per Salvini”.
Ovviamente ogni testata è sovrana e la gerarchia delle notizie è un’insindacabile decisione del direttore; però, per favore, usciamo dalla retorica del tempio della libertà di informazione. Stiamo parlando di un quotidiano storico che, come tutti, ha uno sguardo orientato, e ha legittimamente reputato di dare sponda culturale al mainstream wokista-progressista che nel dibattito va per la maggiore. E che oggi ha reputato di nascondere la notizia dell’assoluzione di Salvini, dopo una vicenda durata 6 anni che ha tenuto interessato tutto il Paese, ha spaccato le tifoserie. A noi va benissimo tutto, tranne le prediche.
