Questi sono “leader deboli”, dice Trump. Potete dargli torto?

· 9 Dicembre 2025


Cari ascoltatori, nello stucchevole eterno ritorno della giornata mediatica hanno di nuovo dato scandalo le parole di Donald Trump, il quale ha detto che i leader europei in generale sono deboli e non sanno che cosa fare. Riguardo a diversi di loro, a noi sembra addirittura una banale constatazione fattuale.

Il presidente degli Stati Uniti, a domanda di un cronista, ha detto: “Penso che i leader europei siano deboli, credo che vogliano essere politicamente corretti, li conosco davvero bene, ci sono quelli intelligenti e quelli meno intelligenti”, con il linguaggio alla Trump, che non aderisce alla liturgia canonica. “Non ho una visione per l’Europa, tutto ciò che voglio vedere è un’Europa forte; penso, ho occhi e orecchie, vedo che cosa sta succedendo e penso che sia orribile quello che sta succedendo all’Europa, penso che si stia mettendo in pericolo l’Europa come la conosciamo”, ha aggiunto riprendendo il documento di strategia sulla sicurezza nazionale americana, anch’essa già fonte di scandalo: una sorta di ammonimento dell’Europa nell’interesse della civiltà occidentale, che secondo Trump è a rischio dal punto di vista economico per le follie dirigiste del leviatano di Bruxelles, e dal punto di vista culturale per le follie masochiste del politicamente corretto e tutto ciò che consegue.

Lo scandalo che già stasera emerge sui siti, figurarsi domani sui giornaloni, è sul fatto che Trump ha definito deboli i leader europei. Prendiamo la foto che il mainstream ci sta spacciando come quella di coloro che garantiranno la salvezza e le magnifiche sorti e progressive dell’Ucraina: cioè Zelensky in mezzo a Starmer, Macron e Merz, leader di tre Paesi fondamentali dell’Europa, Germania, Francia e Regno Unito. Emmanuel Macron è forse il presidente della Repubblica più di minoranza nella storia francese, sette governi negli ultimi tre anni, tre nell’ultimo anno, cinque premier nominati compulsivamente cercando di non affrontare le ragioni della crisi economico-sociale della Francia: pur di tenere chiuse le porte a Marine Le Pen, il Napoleone immaginario ha messo in fila governi rabberciati, da laboratorio, senza bussola, mentre infuriavano sempre di più le proteste nelle strade.

Friedrich Merz ha replicato lo schema che ha generato la recente crisi economico-sociale della Germania e l’affermazione di AfD, cioè la grande coalizione con le sinistre. All’indomani delle elezioni, poteva tentare un governo di centrodestra e sparigliare dallo schema della crisi, e invece ha ripetuto il già visto. Così, mentre la sua grande coalizione indebolita, fatta con un Spd allo sbando più Verdi e le varie costellazioni rossoverdi, pensa a un riarmo tedesco che ha qualcosa di inquietante, secondo i sondaggi AfD da mesi è il primo partito ed è all’opposizione.

Kier Starmer, mutatis mutandis, è in crisi anche lui, nelle ultime settimane si sono rincorse addirittura voci di un golpe dei laburisti contro il loro stesso premier. Nei sondaggi ormai da tempo il preferito nel Regno Unito è il partito della Brexit, dell’iper-thatcheriano, iper-eurocritico, iper-identitario Nigel Farage, l’antitesi di Starmer. Nelle ultime settimane gli stessi malandati conservatori hanno ripreso fiato, da quando hanno una nuova leader, Kemi Badenoch. Così Starmer si è messo a rincorrere, tenta di adottare provvedimenti razionali contro le immigrazioni incontrollate, che però sanno un po’ di fuori tempo massimo, tanto che incrementano ancora il consenso di Farage: un circolo vizioso che verrà alla luce alle elezioni.

Questi sono i tre che dovrebbero tenere in piedi Zelensky in assenza dell’America… Donald Trump definendoli “leader deboli” ha fatto solo cronaca politica: perché deboli lo sono davvero. Per carità nessuno pensi di approcciarsi con l’orso russo poggiandosi su questi qua!


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