“Parlando liberaMente” con Francesco Borgonovo/ Colle, il non giornalismo dei buoni

· 22 Novembre 2025


Questa settimana, a “Parlando liberaMente”, la nostra intervista settimanale con i protagonisti della politica, dell’attualità, del giornalismo, Giovanni Sallusti discute dell’attualità politica e internazionale con Francesco Borgonovo, vicedirettore de la Verità, dell’affaire Colle, di immigrazione.  e delle contraddizioni della sinistra.

Francesco Borgonovo sarà il conduttore del talk show “La cittadella”, che sarà trasmesso da Radio Libertà, prodotto assieme alla piattaforma di contenuti online e social Galt: ogni martedì e giovedì, per un’ora si discuterà di temi politici, sociali e di costume della nostra era, delle “culture wars”, come le chiamano in America. Con Borgonovo saranno in onda Matt Carus e Massimo Salvati, con vari ospiti, fra opinionisti, influencer e voci dissenzienti, che animeranno il dibattito.

“Francesco Saverio Garofani in un’occasione pubblica ha fatto un ragionamento politico molto dettagliato: ha spiegato che ci vorrebbe una coalizione di centro-sinistra molto più forte, determinata, una specie di nuovo Ulivo. Poi ha detto che, se fosse ancora vivo, il presidente del Consiglio oggi sarebbe David Sassoli, pensiero non particolarmente dolce nei riguardi degli attuali leader del centro-sinistra, come dire ‘è meglio un defunto di voi'”.

“Poi ha detto che ci vorrebbe uno scossone per liberarsi di questo governo, perché se rivincesse le elezioni influenzerebbe in maniera significativa l’elezione del prossimo presidente della Repubblica, e non deve accadere che questi non venga dal bacino del centro-sinistra. Queste non sono quattro chiacchiere al bar: visto che Garofani ha detto che era una cena di romanisti. mi sarei aspettato che si parlasse della Roma”.

“È successo che la grandissima parte dei giornali italiani, invece di approfondire la questione, ha cercato di smontare la notizia. Poi il Corriere della Sera ha dato la parola a Garofani, il quale ha detto la frase delle chiacchiere fra amici e che comunque Mattarella lo ha rassicurato e confortato. Io penso che invece dovrebbero essere confortati gli italiani, sul fatto che ci sia attorno al Colle una totale imparzialità. La mattina in cui noi siamo usciti (La Verità, ndr) i giornali fino a mezzogiorno sono stati in silenzio totale. A poi a un certo punto, visto che nessuno parlava, Galeazzo Bignami di Fratelli d’Italia ha detto: forse qualcuno dovrebbe smentire questa cosa, che è particolarmente grave”.

“Nessuno aveva tirato in ballo il Colle, ma con la nota del Quirinale, cioè del presidente della Repubblica, si è tirato dentro da solo, con una smentita in cui definisce ridicola questa cosa, rendendo tutto più complicato nel momento in cui si è scoperto che non era ridicola per niente: non c’è stata nessuna smentita, anzi l’intervista che Garofani ha concesso al Corriere è una conferma. Era una cena con tante persone, in pubblico, e ha detto delle cose molto dettagliate con un contenuto molto chiaro. Ecco, questo fatto a me come cittadino non mi fa stare proprio serenissimo sull’indipendenza dei consiglieri del Quirinale”.

“Non facciamo finta di non sapere che ci sia un’ostilità dello “Stato profondo” nei riguardi del centrodestra: ricordate il caso Palamara, la vicenda del processo a Salvini? Casi che qualcosa ci dicono di alcuni ambienti istituzionali. In questo contesto, credo che queste frasi siano emblematiche sui pensieri che circolano in quel mondo, in cui la destra in generale non è gradita, non deve entrare nelle stanze del potere, non deve uscire dal ghetto in cui dalla nascita della Repubblica è stata confinata”.

“In un Paese normale Garofani si dovrebbe dimettere, perché non è più garantita la sua indipendenza: viene da tre mandati come politico nel centro-sinistra… Come faccio a stare tranquillo che ci sia uno che consiglia il Quirinale su questioni delicatissime, sui tuoi soldi per la difesa, sulle spese militari, su una guerra, mentre pensa a come può trionfare la sinistra? Ma se si dimettesse ammetterebbe che la cosa è seria: è una impasse”.

“Sulla guerra in Ucraina, io credo che il punto è che la democrazia e la libertà di pensiero devono essere  garantite, e non credo che Putin sia il cavaliere bianco che lo fa. Questa guerra non sarebbe mai dovuta scoppiare e l’Europa dal punto di vista diplomatico è stata grottesca. È stata una guerra voluta da Biden, non dagli Stati Uniti ma dai democratici di una certa tendenza, e alimentata anche da una parte dei repubblicani”.

“Io sono a favore di un riarmo dell’Italia, di una spesa militare che giovi alla nostra sovranità. Ma se le armi le compra la von der Leyen, non lo fa per aiutare l’Ucraina o perché l’Europa diventi indipendente, ma per garantire alle industrie tedesche, ad altre nazioni in difficoltà a causa delle politiche green, e anche agli Usa, un certo giro d’affari. Riarmo europeo e guerra n Ucraina sono due cose distinte”.

“Mi fa impressione che gli unici che si moderano sull’immigrazione quando vanno al governo siano quelli di destra. C’è un’evidenza plateale da almeno un decennio, gli europei si sono profondamente rotti le balle dell’immigrazione di massa, fra i problemi di sicurezza, il livellamento dei salari, gli scontri e le frizioni culturali e sociali. Fra l’altro l’immigrazione di massa danneggia anche gli stranieri arrivati regolarmente e per buoni fini. Poi quelli che propongono dei rimedi sono ostacolati in ogni modo da establishment, poteri politici, giudiziari, economici. Più le anime belle, i fenomeni del multiculturalismo, che quando si trovano a gestire un governo fanno tutt’altro.

“Pensate alla ministra britannica Shabana Mahmood, che ha annunciato una serie di restrizioni pesantissime, prese dal modello della Danimarca che ha un governo di sinistra moderata, democristiana: se arrivi regolarmente sul territorio inglese, devi aspettare 20 anni per richiedere l’accoglienza permanente; se vieni da una nazione che non accetta i rimpatri, ti tolgono il visto. Una misura clamorosa è di costringere gli stranieri irregolari che fanno richiesta di asilo a pagarsi i costi del procedimento, anche con gioielli, automobili o altri beni che possiedono. Cose che se le avesse proposte Salvini lo avrebbero crocifisso, si sarebbe beccato un altro processo”.


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