Gli islamici francesi: sì alla sharia. Per la sinistra è ok
Giovanni Sallusti · 20 Novembre 2025
Cari ascoltatori, il prestigioso istituto di ricerche e sondaggi Ifop ha pubblicato una inquietante ricerca sullo stato dell’islamizzazione in Francia. La fotografia d’oltralpe che ne esce riguarda anche noi, perché la Francia non solo confina, ma ha un ruolo importantissimo nella storia, nella cultura, nell’identità europea.
L’indagine rileva che che il 57% dei giovani musulmani francesi tra i 15 e i 24 anni, cioè la maggioranza, vuole l’applicazione della sharia: stiamo parlando di una fascia che sarà sempre più il corpo elettorale espresso da una comunità sempre più numerosa. Che in pratica vuole la cancellazione della République e della sua storia centenaria, spera nell’istituzione di un califfato transalpino.
Guardando il complesso dei fedeli islamici, il 33% approva in tutto o in parte le posizioni islamiste: per un terzo dei musulmani, dice l’istituto Ifop, islam e islamismo coincidono: altro che quattro estremisti da trattare come un problema di criminalità, questo è uno scontro di civiltà nel cuore di un importantissimo Paese europeo. Il 9% è addirittura per il salafismo, una delle versioni più estremiste e più chiaramente in rotta di collisione con i valori della civiltà occidentale. Il 3% dichiara esplicitamente simpatie jihadiste, ed è un potenziale bacino di reclutamento di oltre 140 mila persone, in un Paese che ha già sofferto tragici attentati islamisti, da Charlie Hebdo al Bataclan.
Di fronte a una simile fotografia, che cosa fa il principale partito della sinistra francese, la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon? Bolla la ricerca di questo istituto come bufala islamofoba, non importa che vengano pubblicati numeri, sondaggi, pareri degli stessi musulmani. Mélenchon la liquida così perché in Francia è giunto ormai a compimento il processo di mutamento della sinistra novecentesca, del dottrinario socialismo francese, nel blocco islamogauchista: non è un caso che, guardando i flussi elettorali, si veda che Mélenchon prende i voti sostanzialmente in due aree, i centri intellettuali della gauche nelle ztl, e le periferie dominate dalle seconde e terze generazioni che hanno le posizioni di cui sopra.
L’islamogauchismo è un’involuzione della sinistra globale, è quello esprime il sindaco di New York, perché Mamdani è un socialista radicale, musulmano e con frequentazioni in un mondo in bilico sull’islamismo estremista. Ed è un fenomeno che riguarda anche noi: è di questi giorni l’ipotesi che nasca un partito islamico in Italia, come ha evidenziato un’inchiesta de Il Tempo, che ha messo in fila alcuni elementi preoccupanti: l’iniziativa di Mohammad Hannoun, che gli Stati Uniti ritengono la propaggine di Hamas in Italia, che ha accelerato la sua iniziativa politica organizzando incontri con i sindacati di base, con Potere al popolo e anche con la partecipazione di esponenti del M5s e di Avs, il tutto attorno a una piattaforma pro-pal, antisionista e chiaramente islamista.
Il Tempo ricorda anche l’iniziativa MuRo27, sigla che sta per Musulmani per Roma 27, un gruppo che avrebbe intenzione di scalare la sinistra romana e anche la sinistra tutta, Pd incluso, il quale, ex grande partito riformista, oggi va a rimorchio delle piazze antagoniste più sbracate, teppiste e antisioniste, quelle che preferiscono la violenza al dissenso.
La foto d’oltralpe che questa indagine ha scattato mostra con chiarezza che la maggioranza degli islamici in Francia vogliono la sharia: non è più Houellebecq, è cronaca quotidiana. Speriamo che i francesi si sveglino, di sicuro dobbiamo svegliarci noi.
