Valditara si è ribellato al circo dei ballisti, punto
Giovanni Sallusti · 13 Novembre 2025
Cari ascoltatori, c’è un aspetto non ancora emerso, riguardo alla sfuriata del ministro Giuseppe Valditara contro le opposizioni nella discussione in Parlamento sull’educazione sessuale a scuola. Sulla questione di merito, che si è completamente persa nella cagnara ideologica, il punto del ministro, del governo e prima ancora della Lega, è mantenere la barra su due fronti. Il primo è il consenso informato delle famiglie alle attività di educazione affettiva e sessuale che si svolge nelle scuole: un principio cardine della società liberale è che l’ultima parola sul percorso educativo dei figli spetta ai genitori. Consegnare quest’ultima parola allo Stato è dare corpo una concezione autoritaria, anche totalitaria: ricordiamo Karl Popper, secondo cui il primo nemico della società aperta era Platone, per il quale i figli erano materia che aveva a che fare anzitutto con la Repubblica, non con i genitori.
Il secondo aspetto è la distinzione evidente, anche solo perché sono due campi semantici diversi, tra l’educazione sessuale, l’educazione al rispetto, l’educazione all’affettività, e la diffusione prematura nelle scuole dell’ideologia della confusione sessuale, addirittura dichiaratamente gender. È già accaduto, non è lo spauracchio di qualche complottista, ed è una differenza che secondo il governo va invece tenuta ferma. Polemizzando scompostamente, le opposizioni hanno cercato di rimuovere proprio questi aspetti.
Ma andiamo oltre la specifica questione: a che cosa si è ribellato ieri il ministro Valditara? Su che cosa ha sollevato il velo dell’ipocrisia? Sul metodo del mainstream di sinistra, di costruire una fake news, appiccicare quella narrazione all’avversario per farne una caricatura, e diffonderla come verità, anche evidentemente godendo di buona stampa. Valditara ha detto: “Noi abbiamo previsto per la prima volta, non lo avete fatto voi, a educare alle relazioni, a educare al rispetto verso la donna e più in generale educare all’empatia relazionale e affettiva. Sono tutte linee guida che hanno caratterizzato questi anni di Ministero dell’Istruzione. Abbiamo inserito anche l’educare al contrasto della violenza di genere, qualsiasi violenza di genere”. È anche più interessante quando dice: “È stato detto che con questo disegno di legge impediremmo l’educazione sessuale affettiva nelle scuole e informare i nostri giovani sui rischi delle malattie sessualmente trasmesse. Falso!” Ha ragione, effettivamente è falso, non c’è alcuna rimozione di questo tema dalle linee guida.
Ma il falso più clamoroso lo denuncia subito dopo: “È falso quello che voi avete affermato, e devo dire che sono indignato perché è stato sfruttato un tema così delicato come quello dei femminicidi. Sono indignato che voi abbiate detto che questa legge impedisce la lotta contro i femminicidi. Voi lo avete affermato, vergognatevi!”. La cagnara è partita dal “vergognatevi” e così il codazzo dei giornaloni, la cui commentatio, tutta da una sola parte, è al livello di rissa da bar.
Il fatto interessante è che Valditara ha detto non ci sto, discuto la premessa, discuto il metodo praticato dall’opposizione e dal mainstream intellettual-giornalistico: ed è vero che di metodo sistematico si tratta, in questi giorni sta emergendo ad esempio che giornali e conduttori di talk show hanno inventato o rilanciato interviste mai avvenute di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che hanno usato come clava nel dibattito sulla riforma della giustizia, oltretutto senza riguardo per due nomi che appartengono al pantheon della Repubblica. Oggi il direttore di uno di questi giornali, Marco Travaglio, ha chiesto scusa in due righe, e per lui si chiude così. Pensate se lo avesse fatto il direttore del Giornale, o di Libero, o della Verità: sarebbe partito uno scandalo nazionale.
Non è una cosa solo italiana, questi sono anche i giorni dello scandalo Bbc, che ha taroccato un discorso di Trump e adesso cerca pure di fare la vittima. È un andazzo generale: fare la caricatura dell’avversario che è sempre rozzo, fascista, intollerante, razzista; e nel nostro caso che non vuole l’educazione sessuale a scuola, che addirittura rimuove il gigantesco tema della lotta ai femminicidi o il tema delle malattie sessuali trasmissibili. E invece no, è tutto falso, dice Valditara, vengono introdotti solo il consenso informato e la distinzione tra educazione e propaganda gender.
È una posizione politica legittima: per noi giusta, di banale buonsenso, ma soprattutto legittima. Piuttosto, è disonestà intellettuale brandire come una clava il tema dei femminicidi. E la ribellione di Valditara a questa ideologia e alla pratica delle fake news, è una ribellione sana.
